“La violenza sessuale nei conflitti bellici. Analisi, criticità e prospettive di intervento” è il titolo del rapporto promosso da “Stop Rape Italia – Campagna italiana contro lo stupro e la violenza sessuale nei conflitti bellici” e curato da Francesco Antonelli e Pina Sodano dell’Università di Roma3, che è stato presentato in Senato, nella Sala Nassirya, da Valeria Fedeli, capogruppo dem nella Commissione Diritti umani, da Silvana Amati, presidente dell’Istituto Gramsci Marche, da Marina Sereni, viceministra degli Esteri e da Tibisay Ambrosini, presidente di “Stop Rape Italia”. “A giugno l’Aula del Senato ha approvato una mozione, varata all’unanimità dalla Commissione Diritti umani – ha spiegato Valeria Fedeli, aprendo l’iniziativa di cui è stata promotrice –  che impegna il Governo a riconoscere la natura di genocidio dello stupro di guerra e quindi ad accrescere il sostegno finanziario alla Corte penale internazionale, perché senza processi internazionali non c’è giustizia. La promozione della cooperazione internazionale e della cultura della pace, fin dalle scuole, è il fondamentale strumento di prevenzione”. “L’inserimento socio-economico delle vittime è fondamentale – ha sottolineato Tibisay Ambrosini – Ricordiamoci che la violenza sessuale nei conflitti armati riguarda per lo più donne ma anche uomini, bambini e bambine e ha effetti anche sulle famiglie e sulle comunità”. Ambrosini ha presentato anche la mostra fotografica “Ritratti di coraggio- Sopravvissute in prima linea per la pace e il cambiamento” che è stata esposta al museo Pigorini a cura di Stop Rape Italia (e alcuni scatti sono stati in mostra nella Sala Nassirya) e che testimonia l’impegno di chi ha subito lo stupro di guerra contro lo stigma e in supporto alle altre vittime. “Nella guerra – ha detto Silvana Amati – la donna è sempre vittima e la violenza sessuale ha come obiettivo l’annientamento della persona attraverso il suo possesso fisico. Dobbiamo essere consapevoli che l’Onu è nato dal sangue dei 70 milioni di morti della seconda guerra mondiale, ora serve l’impegno degli uomini e delle donne di buona volontà per promuovere il cambiamento culturale e aumentare il rispetto verso l’Onu nella sua funzione di protezione dei diritti umani”. “La violenza contro le donne è un fenomeno molto grave che sta aumentando – ha ricordato Marina Sereni – per l’Italia combattere la violenza di genere e lo stupro di guerra è un’assoluta priorità politica, in tutti i contesti”. Gli autori Antonelli e Sodano, illustrando il rapporto, hanno messo in evidenza come “la violenza sessuale nei conflitti armati richiama il tema dell’assurdità della guerra. La Cooperazione internazionale è certamente uno strumento di prevenzione. Contro lo stupro di guerra e la violenza contro le donne servirebbe lo stesso atteggiamento avuto contro i cambiamenti climatici”.


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