“Il sindaco di Venezia Brugnaro accusa i parlamentari veneziani per il voto in Commissione Ambiente al Senato, che nel suo parere al decreto Grandi Navi ha bocciato lo scavo del Canale Vittorio Emanuele III. Per quanto mi riguarda sono accuse che respingo al mittente e che rilevano il livello di ingratitudine e strumentalità nei confronti di chi ha sempre lavorato per Venezia, a prescindere dal colore politico della giunta, portando alla città e al territorio milioni di euro e soluzioni. Di certo i parlamentari sono chiamati a tutelare l’interesse di tutti i cittadini, non certo di uno in particolare”. Lo scrive su Fb il senatore del Pd Andrea Ferrazzi, capogruppo dem nella Commissione Ambiente e vicepresidente della Commissione ecomafie, eletto a Venezia.
“Desta curiosità e merita attenzione – prosegue Ferrazzi – il fatto che il Terminal San Giuliano di acceso a Venezia prevede in realtà il Terminal dei Pili. Si scrive San Giuliano e si legge Pili. Anzi, Pili-Nuovo canale da scavare-Canale Vittorio Emanuele III. Questo è la novità prevista dal nuovo Pums (Piano della mobilità sostenibile), votato dalla giunta Brugnaro. I Pili, area privata di proprietà del sindaco, diventano il terminal di scambio terra-acqua privilegiato con Venezia con tanto di parcheggi, area di scambio per bus turistici, area di ristoro, attività commerciali, fermata tram, approdo per i traghetti e vaporetti, fermata del treno Marghera. Approdo per i traghetti e vaporetti collegato al Canale Vittorio Emanuele III attraverso un nuovo canale da scavare; fermata del treno finanziata curiosamente con il Bando periferie (che c’entra ben poco). Insomma, l’enorme valorizzazione di un’aria privata con fondi pubblici. Area, ricordo, relativa alla nota vicenda del tentativo di variante urbanistica arrivato alle cronache nazionali, che ne avrebbe portato il valore dai 5 milioni di acquisto a 150 milioni, tutti a beneficio del privato proprietario”.