Le novità: stop al carcere per giornalisti e regole estese alle testate online
Il Senato questa mattina ha approvato la legge in materia di diffamazione a mezzo stampa che va a modificare una legge del 1948. La relatrice del Partito Democratico Rosanna Filippin si dichiara soddisfatta del risultato: «La legge si doveva fare, visto quanto sono cambiati i tempi dal secondo dopoguerra ad oggi in materia di comunicazione e di informazione. La novità più importante è la depenalizzazione per i reati di diffamazione: se prima, anche se in casi rarissimi, il giornalista rischiava anche il carcere, ora questa pena non è più prevista. Inoltre la legislazione è stata estesa alle testate giornalistiche online poiché esse oggi fanno esattamente lo stesso mestiere di quelle cartacee». La relatrice del testo inoltre respinge al mittente tutte le accuse di legge bavaglio e di limitazione delle notizie che circolano in internet: «Nel modo più assoluto questa legge non va a limitare la libertà di informazione, ma è una legge che trova una giusta misura tra i diritti dei giornalisti e di chi fa informazione e quelli dei privati cittadini che devono essere tutelati qualora venisse scritto su di loro cose false o offensive. Per questo abbiamo previsto il diritto all’oblio: una testata online può cancellare una notizia dichiaratamente diffamatoria senza incorrere ad alcuna sanzione». «Un’altra cosa importante da segnalare – conclude Filippin – è che questa legge non coinvolge i blog, ma solo e soltanto le testate giornalistiche online. Certo un giorno o l’altro si dovrà prevedere una legislatura seria anche su questi temi, ma per ora abbiamo approvato questa legge che regola solo i mezzi di comunicazione propriamente detti: giornali (cartacei ed online), radio e televisione».

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