‘Oggi approviamo in disegno di legge importante, che i cittadini aspettano da tanto tempo. Ridurre i tempi della separazione significa valorizzare, anche nello scioglimento del matrimonio, la libertà e la responsabilità dei coniugi, persone che non devono essere ostacolate nel loro desiderio di ricostruire la propria vita, se è questo ciò che desiderano’. Lo dice la senatrice del Pd Rosa Filippin, relatrice al divorzio breve.
‘Come legislatori – prosegue Filippin – ci siamo posti la domanda:i tempi lunghi per arrivare dalla separazione al divorzio servono a favorire la riconciliazione? Aiutano la famiglia? I dati dicono che su circa 93.787 separazioni proposte nel 2012, solo 5499 si sono chiuse con una riconciliazione, il 5 per cento. I dati dicono anche che i tempi lunghi non aiutano la famiglia: il tempo vuoto che intercorre tra una separazione e un divorzio è pieno di paura, di incertezza, di ricatti, di avvocati che costano. È un tempo che non consente alle persone di scegliere di cambiare vita, di aprire un nuovo progetto di vita anche affettivo. Ecco perché si è deciso di ridurre i tempi a sei mesi in caso di separazione consensuale e a 12 mesi in caso di separazione giudiziale. In commissione Giustizia avevamo introdotto il cosiddetto ‘divorzio diretto’, senza separazione, che non era un divorzio ‘stile Las Vegas’. Si trattava di un rimedio giurisdizionale che costituiva un’alternativa agli altri procedimenti introdotti dalla negoziazione assistita. Tuttavia la discussione che ha avuto luogo in Aula ha evidenziato da parte di molti la necessità di un’ulteriore pausa di riflessione. Sono stati manifestati dubbi, ma non solo: è stato rappresentato il pericolo che il mantenimento del divorzio diretto fosse di ostacolo alla rapida approvazione della legge sul divorzio breve. Questo è il solo motivo per cui il Pd ha proposto e votato lo stralcio di questo tema dal provvedimento. Ora ci auguriamo – conclude Filippin – che possa iniziare presto il percorso del disegno di legge sul divorzio diretto. Il risultato più importante, oggi, è la riduzione dei tempi di separazione necessaria’.
‘Come legislatori – prosegue Filippin – ci siamo posti la domanda:i tempi lunghi per arrivare dalla separazione al divorzio servono a favorire la riconciliazione? Aiutano la famiglia? I dati dicono che su circa 93.787 separazioni proposte nel 2012, solo 5499 si sono chiuse con una riconciliazione, il 5 per cento. I dati dicono anche che i tempi lunghi non aiutano la famiglia: il tempo vuoto che intercorre tra una separazione e un divorzio è pieno di paura, di incertezza, di ricatti, di avvocati che costano. È un tempo che non consente alle persone di scegliere di cambiare vita, di aprire un nuovo progetto di vita anche affettivo. Ecco perché si è deciso di ridurre i tempi a sei mesi in caso di separazione consensuale e a 12 mesi in caso di separazione giudiziale. In commissione Giustizia avevamo introdotto il cosiddetto ‘divorzio diretto’, senza separazione, che non era un divorzio ‘stile Las Vegas’. Si trattava di un rimedio giurisdizionale che costituiva un’alternativa agli altri procedimenti introdotti dalla negoziazione assistita. Tuttavia la discussione che ha avuto luogo in Aula ha evidenziato da parte di molti la necessità di un’ulteriore pausa di riflessione. Sono stati manifestati dubbi, ma non solo: è stato rappresentato il pericolo che il mantenimento del divorzio diretto fosse di ostacolo alla rapida approvazione della legge sul divorzio breve. Questo è il solo motivo per cui il Pd ha proposto e votato lo stralcio di questo tema dal provvedimento. Ora ci auguriamo – conclude Filippin – che possa iniziare presto il percorso del disegno di legge sul divorzio diretto. Il risultato più importante, oggi, è la riduzione dei tempi di separazione necessaria’.