‘L’obiettivo principale di questo disegno di legge è l’eliminazione della pena detentiva per i giornalisti responsabili del reato di diffamazione, richiesta che ci è stata manifestata in tutti i modi da parte dell’Europa che considera ormai questa punizione arcaica e non più rispondente ai diritti di opinione e di informazione esistenti nel mondo reale’. Lo afferma la senatrice del Pd Rosanna Filippin, relatrice del provvedimento all’esame dell’Aula del Senato.
‘La pena detentiva viene sostituita con una pena pecuniaria e su questo sono state espresse critiche. Ricordo a tutti, però, che la pena pecuniaria prevista nel testo prevede un massimo di diecimila euro, senza indicare un importo minimo di partenza. La determinazione della pena pecuniaria – continua Filippin – è lasciata alla discrezione del giudice che dovrà calcolarla sulla base della diffusione della notizia e delle conseguenze che essa ha avuto. Quanto alla rettifica, essa è prevista senza risposta, senza commento e senza titolo. È vero, è pesante come conseguenza, ma la rettifica fatta ai sensi di questo testo consente una condizione di non punibilità. Inoltre il disegno di legge estende l’applicazione della diffamazione a mezzo stampa, non solo alle testate giornalistiche quali tutti siamo abituati a conoscere, vale a dire quelle cartacee, ma anche ai mezzi radiotelevisivi e alle testate giornalistiche online, quelle registrate ai sensi dell’articolo 5 della legge sulla stampa. Poi abbiamo l’articolo 3, concernente il diritto all’oblio, inserito per la prima volta nel nostro ordinamento. Un cittadino ha diritto prima o poi di chiedere a un motore di ricerca la cancellazione di una notizia non più rispondente al vero oppure agganciata o nata tanti anni fa? Questa è la questione. Tutto ciò avviene attraverso il vaglio di un giudice. Onestamente – conclude Filippin – credo che in Commissione giustizia abbiamo fatto un buon lavoro. Sono convinta che questo disegno di legge migliorerà il mondo dell’informazione e dei giornalisti e che faremo un buon servizio a questo Paese e alla sua stampa’.

Ne Parlano