“Il settore dei servizi viene
pesantemente discriminato e quindi pesantemente danneggiato
dalle misure presenti nel decreto correttivo al codice dei
contratti pubblici approvato dal Governo Meloni lo scorso 23
dicembre. Oramai ogni provvedimento approvato dal Governo e’ un
compromesso al ribasso, privo anche del pur minimo barlume di
politica economica volta alla crescita, dettato solo dalla
necessita’ di far quadrare i conti e tenere insieme una
maggioranza sempre piu’ litigiosa. Non si puo’ spiegare
altrimenti la scelta incongruente di prevedere per il settore
dei lavori un abbassamento della soglia della revisione prezzi
dal 5% al 3% con il riconoscimento del 90% dei costi
sopraggiunti per motivi oggettivi mentre per i servizi e le
forniture lasciarla invariata al 5%, con il riconoscimento
dell’80% e solo sulla cifra eccedente”. Lo dice il senatore
Michele Fina, tesoriere nazionale del PD.
“Facciamo quindi nostra la denuncia che viene dalle Associazioni
di rappresentanza delle imprese che operano nei settori dei
servizi e ci batteremo affinche’ venga cambiata questa norma
assurda. Siamo infatti profondamente preoccupati dalla tenuta
occupazionale di un settore fondamentale della nostra economia
che si vedrebbe in tal modo pesantemente penalizzato – aggiunge
– Il ministro Salvini, alla prova dei fatti, rivela ancora una
volta la sua inadeguatezza. Il Governo prima di compiere
l’ennesimo pasticcio riveda le norme e lavori per equiparare,
come logica vorrebbe, il settore dei servizi a quello dei
lavori”.


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