“Proprio quando c’era bisogno di un intervento deciso da parte del Governo non è arrivato nulla: l’inverno è passato e le famiglie italiane hanno già affrontato mesi difficili, in cui i rincari dell’energia si sono già sommati all’inflazione, all’aumento dei beni alimentari e non solo. Il Dl bollette quindi non solo arriva in colpevole ritardo ma si rivela anche strutturalmente inadeguato. Per le imprese, ad esempio, le soglie di potenza previste per accedere ai benefici – sotto i 16,5 kW – escludono di fatto migliaia di piccole e medie realtà che sostengono i territori e danno lavoro. E sul versante sociale, il quadro non è meno preoccupante con una povertà energetica in costante aumento. Secondo i dati ARERA, oltre 3,4 milioni di utenti rientrano nella categoria “vulnerabili”. Famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese e che vedono il costo delle utenze diventare una delle principali voci di spesa. Famiglie per le quali le misure di sostegno sono inadeguate perché il meccanismo adottato continua a rivelarsi inefficace e parziale. Un sistema estemporaneo basato sull’ISEE che presenta criticità evidenti: troppe famiglie in difficoltà restano escluse perché non rientrano formalmente nei limiti previsti, pur vivendo una condizione economica di forte fragilità. Sarebbero serviti l’ampliamento del bonus sociale, incentivi per l’efficienza energetica, investimenti sulle comunità energetiche. Invece ci troviamo di fronte a un intervento una tantum, che rischia di svanire nel giro di pochi mesi, lasciando tutto esattamente com’era prima. Nel frattempo, i dati ci dicono che il fabbisogno di elettricità in Italia è in crescita. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 41,2% della domanda elettrica nazionale: un record storico, ottenuto soprattutto grazie alla ripresa dell’idroelettrico (+30,4%) e alla crescita del fotovoltaico (+19,3%). Numeri che dicono come la transizione energetica non solo sia lo necessaria ma che è già in corso. Ma questa transizione va sostenuta, guidata, incoraggiata. Non rallentata come fa questo Governo. L’Italia è ancora troppo dipendente dal gas, circa il 50% del nostro mix elettrico, percentuale molto più alta rispetto alla media europea, che ci rende vulnerabili ai rincari sui mercati internazionali con un impatto diretto sulla competitività delle imprese e sul potere d’acquisto delle famiglie. Intanto però il presidente Meloni nella sua visita negli USA non solo non ha ottenuto benefici sui dazi dall’amico Trump ma ha assunto persino dispendiosi impegni per maggiori acquisti di gas liquefatto in danno al Paese. Il Governo, insomma, non ha una strategia chiara: non ci sono investimenti significativi in fonti rinnovabili, non c’è una politica industriale per l’energia pulita, non ci sono misure per accelerare la transizione dei consumi civili e industriali. E intanto i costi energetici continuano ad aumentare. Questa non è la strada giusta. La transizione ecologica è una sfida che può diventare una opportunità ma finché il Governo continuerà a trattare l’energia come un argomento da strumentalizzare e non come una priorità strategica da pianificare, noi continueremo a denunciare questo fallimento, al fianco delle persone, delle famiglie, delle lavoratrici e dei lavoratori, delle imprese”. Così il senatore del Pd Michele Fina in sede di discussione del Dl bollette nell’aula di Palazzo Madama”
Pubblicato il
in Comunicati Stampa, Finanze, Stampa