«Un buon dibattito ma un`occasione mancata». Federico Fornaro, senatore Pd, è appena uscito dalla direzione nazionale di ieri.
In che senso, Senatore?
«Il Pd continua a non avere un segretario che cerca l`unità, vengono riproposti i rapporti di forza del vecchio congresso».
Quello nuovo, pare si possa svolgere in tempi brevi.
«Si va verso un`accelerazione del congresso, sì, ma qui la questione è politica e non di tempi. Per la minoranza Pd viene prima il Paese e poi il partito. Occorre assicurare il massimo sostegno al governo Gentiloni e dunque riconfermare la volontà di andare alla scadenza naturale della legislatura. Affrontare le emergenze economiche, individuare alcuni punti efficaci su cui orientare l`attività del governo, come le politiche del lavoro, della scuola, la lotta alla povertà. C`è molto spazio per lavorare e la minoranza sente molto la responsabilità nei confronti sia del Paese che del partito».
E la maggioranza renziana?
«Mi pare che, in questa fase, sia più interessata alla salvaguardia del leader. Ma il Pd è nato per salvare il Paese, non un leader».
Qual è il rischio di un congresso «affrettato»?
«Che non sia un congresso vero, ma una semplice passerella ai gazebo. E questo sarebbe esiziale per il Pd, perché significherebbe non ascoltare il messaggio proveniente dalle urne del 4 dicembre scorso».
Al momento, quant`è elevato il rischio scissione?
«Guardi, la scissione più pericolosa è stata l`abbandono silenzioso di militanti, di dirigenti e anche, come testimoniano gli ultimi appuntamenti alle urne, degli elettori. Adesso dobbiamo chiederci come tornare ad essere un partito attrattivo ed inclusivo. Noi non chiediamo tempo per perder tempo, ma per mettere il treno sui binari, come ha detto Roberto Speranza. Oggi il treno è deragliato. Non per responsabilità esclusivamente di chi lo guida, per carità di Dio, ma è deragliato. Se non prendiamo atto di questo e capiamo come rimetterlo sui binari, si possono fare tutti i congressi del mondo, ma non si risolveranno i problemi. Che sono politici, e per questo non è possibile affrontarli con la mera tattica».