“L’ipotesi di una hard Brexit, cioè di una uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea senza che si sia stilato un accordo è sempre più plausibile. Paesi come la Francia e la Germania nelle settimane scorse si sono dotate di norme per potere eventualmente prevedere misure urgenti che aiutino a fare fronte una possibile situazione di no deal. Dall’Italia invece nessun tipo di provvedimento. Nonostante gli oltre 600mila connazionali, residenti nel Regno Unito”.
“Il Governo programmi possibili interventi da adottare in caso di necessità. Nel caso di un’uscita senza accordo, i nostri connazionali perderebbero lo status di cittadino comunitario e di conseguenza anche le attuali protezioni sociali e sanitarie. Sarebbero dunque obbligati a richiedere un permesso di soggiorno e di lavoro. I paesi europei si stanno già muovendo per tutelare i loro concittadini. Mentre l’Italia sta a guardare. Ma non si può lasciare tutto al caso. Vanno preventivati interventi”.
“Il preoccupante precipitare della Brexit, ed il temuto ma possibile ‘no deal’, impone all’esecutivo una rapida presa di posizione sulle misure da adottare per limitare le conseguenze nei confronti dei nostri connazionali. E per scongiurare le pesanti ricadute che un eventuale ritorno dei dazi avrebbe sul nostro export. In particolare nel comparto della difesa e dell’alta tecnologia, che vanta una forte presenza in Inghilterra. E dà lavoro a una filiera molto vasta, a partire dalle pmi fino ad arrivare a players di primo livello come Leonardo”. È quanto dichiara la Senatrice PD Laura Garavini, Vicepresidente Commissione Difesa, presentando un’interrogazione in Commissione, firmata dai senatori Pittella, Vattuone, Alfieri, Fedeli, Ginetti, Rojc, al Ministro per gli Affari europei Paolo Savona.


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