‘E’ positivo che, grazie al congresso del Pd e al nuovo segretario Matteo Renzi, abbia ripreso vigore il dibattito sul lavoro, ma non sarebbe positivo che il confronto si concentrasse solo sulle formule contrattuali’. Lo scrive la senatrice del Pd Rita Ghedini sull’Unità. ‘L’interpretazione che si dà al fatto che gli incentivi alle assunzioni finora non hanno prodotto i risultati sperati orientano le soluzioni al problema – prosegue Rita Ghedini – C’è chi, come Sacconi, sostiene che ‘nessun incentivo economico può produrre risultati a fronte di un disincentivo normativo’ e punta, quindi sulla ‘semplificazione’ di adempimenti e contratti, come anche a Ichino. Ma ‘semplificazione’ non può essere ‘deregolazione’. Io sono e resto contraria ad una modifica della natura del contratto di lavoro, che deve mantenere la specificità necessaria a riconoscere l’asimmetria del rapporto fra le parti e la tutela di quella più debole: la lavoratrice e il lavoratore. Bene ha fatto Renzi ad indicare la disciplina della rappresentanza come uno dei punti dell’agenda. Le proposte di legge ci sono: passiamo ai fatti, la questione entri nel Patto per il 2014. C’è chi pensa, invece, che non sia per difetto di regolazione che non cresce la domanda di lavoro, ma perché ‘il cavallo non beve’. Servono dunque politiche industriali, politiche fiscali e di welfare orientate alla creazione di lavoro. Occorre puntare sulla creazione di molti lavori, in attesa che torni la crescita grazie alle politiche di investimento e fiscali selettive. Dalla capacità di ottenere risultati concreti per la vita delle persone dipenderà il successo di chi guida questa fase, nel Pd e nel Governo’.