Sono molto triste per quello che è successo oggi (ieri, ndr) a Palazzo Madama. Mi immagino quello che possono pensare i giovani di seconda generazione che vedranno queste immagini al telegiornale. I cartelli con le scritte “No invasione” e “No ius soli” sono un brutto spettacolo». Rosa Maria Di Giorgi (Pd), vicepresidente del Senato, ha partecipato al dibattito che si è svolto ieri in aula che ha visto “l`incardinamento” della proposta di legge di riforma della cittadinanza per i figli dei cittadini stranieri.
Senatrice, che cosa è successo in aula?
La sceneggiata della Lega ce la aspettavamo. Una battaglia a colpi di fioretto – o di sciabola – tra gruppi politici. Da un lato chi ha cercato di fare in modo che si potesse incardinare il dibattito, dall`altro chi ha cercato di far rispettare l`ordine del giorno così coni era per far slittare la discussione. In tutto ciò ha spiccato il comportamento dei 5 Stelle che, come annunciato, si sono astenuti.
Quali provvedimenti verranno presi nei confronti di chi ha manifestato così violentemente in aula?
Credo che non succederà nulla. Anche il presidente Grasso ha ritenuto di dover revocare l`espulsione del senatore Volpi.
Dal punto di vista dell`iter della legge cosa succederà adesso?
C`è il nodo, preoccupante, degli emendamenti: 80mila in tutto. E questo potrebbe allungare di molto i tempi. Mi chiedo però quale sia il senso di tutto questo. Lasciamo piuttosto che il Parlamento faccia il suo lavoro, che ci sia confronto e dibattito sul tema. Se poi ci sarà una maggioranza la legge verrà approvata. In tutto questo il Movimento 5 Stelle resterà alla finestra: al Senato, l`astensione conta come un voto contrario.
Perché è importante approvare questa legge?
Penso che la legge sullo “Ius Soli” sia una grande prova di civiltà per il nostro Paese: ci sono diritti basilari da cui non si può prescindere e che devono essere riconosciuti a tutti coloro che nascono in Italia. Ci deve essere uno sforzo di responsabilità, oltre che impegno e serietà da parte di tutte le forze politiche.


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