“Oggi la ministra Casellati in commissione Affari costituzionali ha illustrato le linee programmatiche che intende seguire nel corso della legislatura e in tale occasione ha confermato l’intenzione di presentare entro luglio un disegno di legge volto ad introdurre l’elezione diretta del Presidente della Repubblica o del Presidente del Consiglio. 
Ci saremmo attesi invece qualche considerazione sul come mettere un freno all’abuso della decretazione d’urgenza e su come arginare la prassi del monocameralismo di fatto, restituendo al Parlamento la centralità e il ruolo che la Costituzione gli assegna. E ci saremmo attesi qualche riflessione sul come riformare la legge elettorale valorizzando il potere di scelta dei candidati da parte dei cittadini. Nulla di tutto questo. Ma noi pensiamo che l’elezione diretta di un capo dello stato governante rischia di incentivare pratiche populiste e demagogiche che, nell’immediato, possono dare l’impressione di sopperire alle difficoltà della partecipazione organizzata e alla frammentazione politica, ma alla fine si dimostrano incapaci di conferire alle istituzioni quella forza e quella legittimazione di cui necessitano. 
Ci risulta difficile comprendere come l’eventuale elezione diretta di Giorgia Meloni avrebbe garantito, ad esempio, una più rapida ed efficacia predispone del PNR, o una più equilibrata e lungimirante disciplina dei flussi migratori.
Peraltro, la figura di un Presidente della Repubblica terzo, con funzioni di moderazione ed equilibrio del sistema politico si è dimostrata efficace e molto preziosa. 
Più impegnativo, ma preferibile perché alla fine più efficace, è a nostro avviso rimanere nel solco della forma di governo parlamentare e della maggior parte delle democrazie occidentali e, in tale prospettiva, rafforzare il ruolo e la capacità decisionale e di indirizzo del Parlamento: riformando l’attuale bicameralismo paritario e razionalizzando il rapporto Parlamento-Governo.
Cosi il capogruppo Pd in commissione affari costituzionali, Andrea Giorgis dopo l’audizione della ministra delle Riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati.


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