‘Svelato chi blocca le riforme: FI e le sue divisioni. Non inpicchiamoci al tema dell’elettività e vedremo che ci sono molti elementi in comune tra i partiti’
«Abbiamo estremizzato la polemica contro Vannino Chiti e adesso si svela il vero blocco alle riforme: Forza italia e la sua spaccatura internaa». Miguel Gotor, senatore democratico della minoranza che però condivide l`impianto del ddl del governo sul Senato, ha appena letto le dichiarazioni di Silvio Berlusconi a Porta a Porta, una vera bomba sulle riforme.
Ha sentito l`ultima novità? Berlusconi dice che il Senato così è invotabile, almeno prima delle Europee. Salta tutto?
«Spero di no, si perderebbe un`occasione unica per fare le riforme che sono un`urgenza e una necessià. Penso che l`attuale legislatura abbia senso solo se riuscirà a essere riformatrice. Ma non sono sorpreso da Berlusconi perché avevo percepito una grande insofferenza in FI, divisa tra una linea ‘parlamentare’. alla Augusto Minzolini e una ‘toscana’ alla Denis Verdini. A insospettirmi era l`insistenza e la pretestuosità con cui si continuavano ad attaccare Chiti (la cui proposta è stata firmata da solo 19 senatori su 108) e, in modo confuso e ingeneroso, l`intera minoranza Pd: ciò serviva a sviare l`attenzione dal vero nodo politico, cioè la tenuta del patto del Nazareno tra Renzi, Verdini e Berlusconi».
Ma gli attacchi a Chiti sono partiti da Palazzo Chigi.
«Chiti è stato usato dal governo che lo attaccava e da Fi che lo elogiava per coprire quello che stasera è chiaro a tutti».
Stando al Berlusconi di pochi minuti fa, se non arriverà un nuovo passo indietro, la linea è una: no alle riforme come le ha impostate il governo?
«Berlusconi, non a caso nel giorno in cui firma l`affidamento, sceglie la linea ‘parlamentare’, quella aggressiva, di Minzolini. E questo mette in discussione il patto del Nazareno tra Renzi e Verdini».
Il leader di Fi sostiene di non aver preso impegni sul Senato non elettivo. È così, lei sa quali erano i dettagli di questo accordo?
«Li conoscono solo i presenti, ma ho l`impressione che il patto riguardasse soprattutto l`Italicum perché in quel momento c`era una convergenza di interessi tra Renzi e Berlusconi che è venuta meno quando il segretario del Pd è diventato premier. Ciò detto le posizioni di Berlusconi sono molto condizionate dalla campagna elettorale e, dal momento che sono convinto che la riforma del Senato debba essere fatta, bisogna definire un nuovo punto di incontro perché per fare le riforme servono uno spirito costituente e un terreno comune».
Berlusconi sostiene che la riforma del Senato vacilla perché al vostro interno siete spaccati.
«Le dichiarazioni di Berlusconi dimostrano che la vera spaccatura era in FI dove Minzolini ha raccolto 39 firme, cioè oltre il 50% del suo gruppo, a favore di un Senato elettivo radicalmente diverso dalla proposta del governo che io sostengo, pur ritenendo che debba essere emendata e migliorata in alcuni punti».
Ottenuti i servizi sociali e l`agibilità politica è tornato il Caimano?
«I fatti dicono che Berlusconi dal patto del Nazareno ha intascato ciò che voleva: essere rimesso al centro del processo politico da cui Letta lo aveva emarginato e aver conquistato il diritto all`agibilità politica».
Senza i voti di Fi salta il Senato delle Autonomie ma si aprono nuove strade per la legge elettorale? È questo lo scenario che abbiamo davanti?
«Penso di no. In base alla discussione fatta in Commissione Affari costituzionali, se non ci impicchiamo sul tema delle elettività , ci sono molti elementi in comune tra i vari partiti per superare il bicameralismo perfetto con un nuovo Senato delle autonomie. È da qui che bisogna ripartire, anche se il clima elettorale non aiuta…ma dopo il 25 maggio c`è il 26».
Renzi ha detto chiaramente che vuole l`esame in prima lettura entro il 25 maggio. Berlusconi sembra voler far saltare il tavolo. Le sembra verosimile riuscire a centrare l`obiettivo che Renzi si è dato?
«Come Pd siamo impegnati su questo. È importante lasciare ai relatori Finocchiario e Calderoli, che hanno alle spalle una lunga esperienza parlamentare, l`agio per poter lavorare e ricostruire un terreno di intesa».
Il ritorno al voto subito, evocato dal leader di Fi, è soltanto un bluff?
«Non ci credo e nel caso il Pd non avrebbe paura. Ma mi domando: con quale legge?».
Dica la verità. Teme la maledizione del Caimano?
«No perché ora, rispetto ai tempi della Bicamerale, è troppo debole: conviene anche a lui e non solo all`Italia, fare le riforme».