Avevo 40 anni e in un controllo generale del mio stato di salute , su suggerimento del mio medico feci la mia prima mammografia. I tumori della sfera genitale femminile hanno colpito duramente le donne della mia famiglia .

Trovarono un piccolo nodulo, poi l’ago aspirato, il ritrovamento di cellule “cattive” e la decisione dell’operazione urgente. Dopo la biopsia estemporanea in sala operatoria aspettammo l’esito dei vetrini, il responso dell’anatomopatologo fu terribile : carcinoma intraduttale atipico .

In quei giorni con Esterino stavamo piantando il nostro uliveto in Maremma, un lavoro meraviglioso maneggiare quei bellissimi alberelli vivi e già forti, pronti a dare frutti preziosi. Non posso dimenticare l’angoscia, piangevamo insieme, “non voglio morire” “non puoi morire la mia vita è con te”

Poi il viaggio a Milano per stabilire la cura, dopo l’operazione . Conoscere Umberto Veronesi, affidare a lui la mia terapia, la speranza di vivere, è stata una esperienza indimenticabile.

Il suo sorriso, le sue parole rassicuranti, il suo racconto sereno su quello che dovevo fare per guarire, la sua tenacia nel proseguire nella ricerca, anche dopo la mia seconda operazione, sono una parte importante della mia esperienza umana e di donna impegnata nella società e nella politica.

Un laico convinto, vegetariano e animalista come tanti di noi, contrario alla sperimentazione sugli animali, con un enorme amore per l’umanità.

Un uomo indimenticabile e prezioso, che diceva “morire è un dovere” ma che ha ridato la vita a tantissimi di noi.

Grazie Professore


Ne Parlano