“L’autonomia differenziata non colpisce solo il Sud, ma tutta Italia. Io non ho condiviso la riforma del Titolo V, ma comunque la riforma Calderoli cerca di attuarne solo una parte, solo l’articolo 116, e dimentica tutti gli altri articoli e la necessità che ci siano le risorse per la perequazione nel nostro Paese. Da Calderoli è stata attuata una furbizia: il suo percorso ha evitato la definizione dei Lep e quindi la necessità di stanziare risorse delegate alla loro attuazione su tutto il territorio nazionale. Io credo comunque che l’unità del Paese abbia tenuto di fronte al colpo duro di Calderoli. I contrappesi hanno funzionato, è scesa in campo la Corte costituzionale a dire che quel progetto di legge è inattuabile. La sentenza è inequivocabile, la maggioranza può anche continuare a negare l’evidenza, ma è stata smontata l’idea forse più pericolosa di Calderoli: quella di attribuire alle regioni più poteri su materie fondamentali come sanità e istruzione. Se fosse andato tutto liscio, il 1 gennaio 2025 avremmo potuto avere 20 percorsi di istruzione diversi. Vi immaginate? Un danno irreversibile, permanente al Paese”. Lo ha detto il senatore del Pd Nicola Irto, neo corso della presentazione del libro di Antonio Ricchio “Colpo allo Stato (Falco editore), da lui promossa nella Sala Nassirya del Senato, alla quale hanno partecipato, oltre all’autore, Bassanini, Bombardieri, Rizzo, Fregolent, Orrico e la sottosegretaria Wanda Ferro.
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