«Mi fa sorridere che all’improvviso il tema del riacquisto della cittadinanza sia diventato un tema popolare e condiviso da tutti come mi fa sorridere che per incardinare il ddl a mia prima firma sul riacquisto della Cittadinanza italiana ho dovuto raccogliere 71 firme e tra esse non figuri quella del Senatore Menia, autorevole esponente della maggioranza che mi ha preceduto nell’intervento, né tantomeno altre del suo schieramento politico». Così la Sen. Francesca La Marca componente commissione Esteri del Pd. Non capisco, ha proseguito la senatrice La Marca, la necessità di affrontare una materia così importante come la cittadinanza italiana con un decreto-legge e non attraverso un percorso legislativo condiviso precedentemente in Parlamento. Ho avuto modo di parlare di questo direttamente con il Ministro Tajani al termine dell’audizione precedente e ho avuto modo di ribadire a lui le mie preoccupazioni sul metodo seguito e sulla mancata consultazione dei parlamentari eletti all’estero e dei rappresentanti del CGIE qui presenti». «Le nuove norme – puntualizza l’esponente del Pd – penalizzano coloro i quali hanno perso la cittadinanza per naturalizzazione. Difatti, il nuovo decreto addirittura complica ulteriormente il Riacquisto della Cittadinanza italiana, portando a 24 mesi (anziché I 12 attuali) la residenza in Italia. Tutto ciò va nella direzione completamente opposta a quella del ddl a mia prima firma che invece prevede il riacquisto automatico. Il Ministro si è detto disponibile a valutare un percorso comune per il riacquisto della cittadinanza in automatico per chi l’ha persa, pur senza trasmetterla alle generazioni successive. Auspico quindi una rapida convergenza di tutte le forze politiche e che alle parole del Ministro corrispondano fatti concreti».


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