Dopo l’ennesimo attentato terrorìstico bisogna che l’agire progettuale prenda il sopravvento. Più le notizie ci giungono, più abbiamo la conferma che l’Europa è impreparata e in ritardo di fronte a questa t ragica sfida, che è globale e locale allo stesso tempo,

Il terrorismo di matrice islamica, alla stregua delle organizzazioni mafiose, sa agire su entrambi i livelli, È capace di radicarsi nei quartieri delle principali città europee, cornee accaduto a Molenbeek, conquistare consensi, creare unclima di omertà. Contemporaneamente sa utilizzare le nuove tecnologie della comunicazione, muoversi nei circuiti finanziari del grande riciclaggio e agire sullo scacchiere internazionale, dalla Siria all’Iraq, dalla Turchia al cuore dell’Europa, a novembre a Parigi e adesso a Bruxelles.
Comel’antimafia anche l’antiterrorismo è in ritardo sul piano globale e debole sul piano locale. Le ultime informazioni sull’attentato di Bruxelles ci dicono che uno dei terroristi kamikaze era stato arrestato ìn Turchia, espulso io Belgio laddove le autorità belghe non hanno sentito l’esigenza di metterlo sotto controllo. Perché? Perché disinformate o incapaci? Tra le forze di sicurezza belghe e turche ha prevalso la mancanza di coordinamento. Mentre, al contrario, il terrorismo ha saputo muoversi con destrezza e abilità. Ecco perché l’agire progettuale deve entrare finalmente in gioco per agire su più fronti:

Mettere mano ad un grande investimento culturale e sociale nel cuore dell’Europa, in tutti ì quartieri a rischio infiltrazione terrorìstica e mafiosa. Non deve sembrare un lavoro inutile, ma un investimento indispensabile.

La destra politica italiana ed europea è contraria a questo tipo di intervento, ma bisogna considerare che molti dei terroristi islamici sono cittadini dei Paesi europei. Agli immigrati di seconda generazione bisogna proporreun futuro di vera integrazione sociale, culturale ed economica. Questo ragionamento vale anche per la lotta alla mafia.

La sicurezza è un valore da costituzionalizzare in Italia ein Europa. Senza sicurezza non c’è democrazia. E qui il salto di qualità lo devono fare le forze progressiste. L’Unione europea si svegli e capisca che la sicurezza deve diventare un punto strategico comune e condiviso. Fa bene l’Italia a rilanciare l’istituzione di una Procura europea antiterrorismo, alla quale a mio parere si dovrebbe affidare anche funzioni antimafia. Solo cosi si potranno superare i limiti attuali della lotta all’Isis, con squadre investigative comuni e fòrzedi intelligence che cooperano in modo efficace;

– l’Isis va considerato il “male assoluto” su cui concentrare tutte le energie di cui disponiamo, per aggredirlosulpìano militare ed economico-finanziario. Allo stesso tempo è indispensabile affrontare la questione palestinese. Così quelle siriana, libanese, curda e soprattutto quella libica, per noi estremamente importante, Su questi temi nessuno dei Paesi europei può permettersi di giocare un partita di convenienza, per far prevalere i propri interessi nazionali, sottovalutando il fenomeno terroristico. L’Onu deve prendere l’iniziativa. Il califfato va battuto con una strategia militare, finanziaria e diplomatica.

Insomma, questi sono solo alcuni spunti. Ma un tema specifico sì staglia sull’Europa: dì fronte alla minaccia terroristica ritornare agli Stati nazionali sarebbe un errore fatale.Gli Stati uniti d’Europa dovrebbero essere la risposta più forte alla paura e alla barbarie. Solo così possiamo uscire più forti dalla crisi che stiamo vivendo.


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