Giunto a uno snodo cruciale, il dibattito sulle Unioni civili è al bivio: o sperare ancora nei voti dei 5 Stelle, ha spiegato il premier, o tentare «un accordo di governo con un emendamento su cui sono pronto ametterelafiducia». «È vero, l’ipo-tesi di un accordo con Ned è sul tavolo», conferma Giuseppe Lumia, che insieme a Tonini e Cirinnà ha vergato il disegno di legge. «Ma ciò non vuol dire che siamo disposti a stravolgere il testo – ammonisce il senatore del Pd che traccia i confini di una possibile intesa.
Senatore, dopo le prove muscolari dei giorni scorsi, il Pd sembra pronto a cercare un’intesa con Ned. Quale potrebbe il possibile punto di caduta?
«Andiamo per ordine. Innanzitutto, Matteo Renzi ha chiarito che dopo la tempesta in aula, le Unioni civili devono andare in porto e che il partito investirà tutte le energie parlamentari di cui dispone per portare a casa la legge. Se qualcuno si fosse mai illuso che la legge sarebbe rimasta ancorata nel porto delle nebbie, si è sbagliato di grosso».
Resta il fatto che i numeri per blindare la legge non ci sono. Come uscire dall’impasse?
«Di fronte a noi abbiamo due strade. La prima conduce diritta alla prova d’aula. Nonostante ci siano ancora saltellanti duecento canguri della Lega, il Pd non rinuncia a votare sul merito, emendamento per emendamento, richiamando alle proprie responsabilità ciascun senatore.
Un’opzione rischiosa, che non cancellal’incognita SStelle e l’incertezza sulla stepchild adoption.
«È vero, la strada sarebbe tutta in salita perché l’ostruzionismo leghista rimane insidioso, e le tentazioni politiciste dei 5 Stelle, martedì del tutto irresponsabili, possono prevalere sul bene del Paese. Auspichiamo perciò che il presidente del Senato provveda a sfoltire i canguri e ridurre al minimo i voti segreti. Chiediamo a tutte le forze politiche un atto di responsabilità: massima trasparenza verso i cittadini».
E e’è poi la possibilità di un accordo di governo. Che non può esulare dal la stepchild adoption.
«L’ipotesi di un accordo è percorribile, ma sulla base della fiducia. Serve un gesto solenne e impegnativo anche da parte dei nostri alleati: ai centristi dico che questa è l’occasione giusta per dirci finalmente che cosa vogliono. E soprattutto se vogliono davvero le Unioni civili, o si limitano a strumentalizzare il dibattito perché fortemente contrari alla legge, come nel caso di Sacconi e D’Ascola.
Su queste pagine, il ministro Lorenzin ha chiesto norme penali contro l’utero in affitto.
«In Italia è già un reato che è perseguito dalla legge 40».
Una semplice sanzione amministrativa è abbastanza per scoraggiare chi vuol fare leva sulla Cirinnà per procurarsi figli all’estero? Il problema è il combinato disposto con la stepchild.
«È una battaglia che siamo intenzionati a combattere con impegno. Ma l’unica strada possibile è quella di una convenzione internazionale. La Corte di Strasburgo dice che bloccare l’adozione di un bimbo nato dalla gestazione per altri è impossibile, in quanto prevale l’interesse del bambino. La giustizia nazionale è impotente».
Nelle more di una convezione internazionale, è possibile consentire a chi vuole aggirare lalegge di prendere un utero a noleggio? Perché non precisare che l’adozione del figlio del partner riguarda soltanto figli naturali?
«Perché la Cirinnà è una legge pro-bambini. Non possiamo dare diritti a quelli già nati, e discriminare gli altri. Dobbiamo dire a questi bimbi che non ci sarà nessuno a rimboccarli le coperte? C’è una domanda di amore straordinaria, che il Paese è finalmente pronto a intercettare. Famiglie in tutto per tutto, che sono il segno dei tempi e che non possiamo più ignorare».
Molti approfitterebbero delle nobileintenziomper ricorrere all’utero in affitto. È per questo che Lorenzin proponevaieri sulle adozioni una legge a parte.
«Una legge serve senz’altro, anche perché numerosi esperti sostengono che un’adozione piena sarebbe in grado di scoraggiare il ricorso alla maternità surrogata».
Quindi è possibile lo stralcio della stepchild adoption?
«L’impianto della Cirinnà deve essere mantenuto ben saldo. Siamo disposti a ragionare su un emendamento comune che prende le mosse dalla proposta di modifica che porta la mia firma. Di fronte alla richiesta di adozione, prevede verifiche e indagini da parte del Tribunale dei minori. Si eliminano cioè gli automatismi. La libertà di decidere spetta al giudice caso per caso».


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