Ernesto Magorno ritiene che il Partito democratico debba stare all’opposizione. Niente inciuci e “governissimi”: la linea è quella dettata da Matteo Renzi e dal “reggente” Maurizio Martina. Chi ha vinto deve governare, anche perché troppo diverse sono le posizioni tra i democrat e gli altri attori della politica nazionale. Il Pd esprime posizioni autenticamente europeiste e, in tema d’immigrazione, rivolte alla solidarietà pur in un quadro di assoluta sicurezza. Le differenze con leghisti e pentastellati sono troppo marcate.
«La nostra iniziativa arriva nel momento giusto – afferma infatti il deputato ca¬labrese – osservando le dinamiche nazionali e le ultime evoluzioni. Lega e 5stelle pare siano a un passo dalla formazione del Governo: dopo settimane di completo immobilismo, nel corso delle quali Salvini e Di Maio hanno giocato con le istituzioni in un odioso teatrino, oggi apprendiamo dai giornali un nuovo avvicinamento. Speriamo sia la volta buona, cosicché l’Italia abbia un Governo nel quale i due possano mettere in pratica le loro ricette miracolistiche a servizio del Paese. Il Pd potrà dispiegare l’assoluta alterità, che si fonda non su pregiudizi o infantilismi ma su sostanziali e politiche differenze sui contenuti. E identiche distanze – per essere chiari – ci separano anche dal centrodestra a trazione berlusconiana. Non esistono le basi di una collaborazione, l’unico nostro interlocutore è il presidente Mattarella, che potrà sempre contare su un senso di responsabilità e istituzionale del Partito democratico».
Il parlamentare poi aggiunge: «Il Pd ha davanti una nuova funzione politica, carica di forza espansiva e di responsabilità: in una democrazia parlamentare le minoranze esercitano un ruolo assai importante, di sentinelle e di contraltare rispetto al pensiero dominante e sono ceno che i parlamentare dem sapremo far tesoro di tutta la nostra esperienza, la nostra ricchezza valoriale e programmatica, le nostre capacità dirigenti per ribaltare il giudizio negativo espresso dagli italiani con il voto delle politiche».


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