“Dopo tutte le parole spese forse la
presenza del ministro Valditara in aula sarebbe stata gradita
visto che si è esposto con tweet e su ogni organo di stampa,
facendo di Pioltello una questione politica. Se abbiamo capito la
scuola non ha sbagliato a interrompere le lezioni nel giorno
coincidente con la fine del Ramadan. Mi sembra di capire anche
che l’ispezione ha verificato che non c’è stato un errore nella
scelta del giorno, ma, al massimo, nel conteggio dell’anticipo o
del giorno aggiuntivo. Potremmo dire che la vicenda è chiusa,
tuttavia, questo molto rumore per nulla ha generato tensioni di
fronte alla scuola, angoscia tra i bambini, un assedio mediatico
fuori dall’istituto, titoli sui giornali per più di un mese,
striscioni intolleranti davanti alla scuola e attacchi al
dirigente scolastico e a tutta la comunità. Tutto questo per una
scelta didattica e organizzativa per consentire a tutti gli
studenti di non perdere altri giorni di scuola e partecipare alle
lezioni”. Lo ha detto in aula Simona Malpezzi, senatrice del Pd,
discutendo l’interpellanza urgente sulla scuola Iqbal Masih di
Pioltello.
“Chi chiede scusa adesso alla comunità di Pioltello, a quei
bambini, alle loro famiglie e alla comunità scolastica? Chi
chiede scusa per le strumentalizzazioni, una non più tardi di
ieri, quando una forza politica – la Lega – è andata a fare
campagna elettorale davanti alla scuola chiusa? La Lega è stata
bocciata – ha aggiunto Malpezzi – anche dal Consiglio regionale
della Lombardia che ha respinto la mozione scritta contro la
scelta della scuola: la maggioranza è andata sotto grazie al voto
segreto”.
“Eppure – ha detto ancora l’esponente del Pd – dovrebbe valere
una regola: la campagna elettorale sulla pelle dei bambini non si
dovrebbe mai fare e la scuola ne va tenuta fuori, perché quel
senso di rispetto delle regole che giustamente il ministro ha
richiamato dev’essere tenuto in primis dalla politica, che deve
avere un valore educativo, sostenendo che la scuola è di tutti. E
quando parlo di tutti, mi riferisco anche ai nuovi arrivati in
Italia, che hanno bisogno di inserirsi nella scuola per evitare
di essere isolati. Senza clamore, quando terminerà questa
interpellanza, consegnerò un lavoro che è stato fatto dal Partito
democratico di Prato e dal Partito democratico nazionale con
Irene Manzi, che si intitola ‘Dalle esperienze territoriali alla
costruzione di un sistema nazionale per il superamento delle
barriere linguistiche'”.
“Dal momento che, vista l’ultima proposta – ugualmente
irrealizzabile – di mettere un tetto al numero di alunni
stranieri per classe, temo che la prossima battaglia sarà su
questo e allora – ha concluso Malpezzi – noi preferiamo partire
dalle scuole perché, se si interrogano le scuole sui problemi che
la nostra società sta vivendo, spesso hanno già le risposte,
quindi ascoltiamole di più”.