“Grazie alla riformulazione dell’emendamento l’inaccettabile qualifica del docente esperto non c’è più e di questo siamo molto soddisfatti. Per noi, infatti, era una qualifica che non andava bene perché disciplinata al di fuori dalla sua sede naturale, che è la contrattazione collettiva. Dispiace per questo non essere stati ascoltati prima, se fossero stati letti bene i nostri emendamenti il governo avrebbe potuto trovare l’esatta formulazione capace anche di risolvere le criticità che rimangono. Noi ci siamo fermati di fronte al rischio di perdere la rata del Pnrr”. Lo ha detto in aula Simona Malpezzi, presidente del gruppo del Pd al Senato, intervenendo in merito all’emendamento sul “docente esperto”.“Diversi gli aspetti che rimangono irrisolti e sui quali noi continueremo ad insistere  – ha continuato Malpezzi – Intanto bisogna immediatamente aggiornare l’atto di indirizzo per procedere al rinnovo del nuovo contratto, ancora bloccato. Segnaliamo con forza la preoccupazione per la quantificazione in legge dell’importo dell’assegno ad personam, perché anche quella è una prerogativa contrattuale e dal nostro punto di vista è un precedente che avremmo voluto evitare. Va estesa la platea dei beneficiari, che è  troppo bassa: 32 mila su 850 mila insegnanti, crediamo ci sia da fare del lavoro su questo. Infine crediamo che sia illogico pensare che il docente che riceve questo tipo di incentivo rimanga fermo nella sua sede per tre anni, non se ne capisce la ragione”.


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