“Ciò che è accaduto ieri in Commissione Bilancio su questo decreto segna uno spartiacque, indica che in questa legislatura si è conclusa la luna di miele del governo e si è consumata per sempre l’immagine di una maggioranza infallibile e di solida tenuta. Il decreto fiscale, infatti, non è un provvedimento qualsiasi, ma è un pezzo della manovra di bilancio, in cui il governo esprime la propria visione dello sviluppo del Paese. Ieri si è svelata una volta per tutte la verità: e cioè che le forze di questa maggioranza sono legate dal do ut des. Una cosa a te e una a me. Ma un provvedimento o un emendamento per ciascuna forza che compone la maggioranza, spesso in contraddizione tra di loro, si traducono spesso in un danno per tutto il Paese. Così non si esprime una visione strategica per lo sviluppo e un piano industriale per l’Italia”. Lo ha detto il senatore Daniele Manca, capogruppo del Pd nella Commissione Bilancio, parlando in Aula in dichiarazione di voto.
“Il primo fallimento del governo – ha continuato Manca – si misura proprio sul fisco. Tra concordati e condoni, la destra sta facendo saltare i principi di progressività, fedeltà ed equità su cui si basa la tassazione e sta facendo passare il messaggio che pagare le tasse è inutile. In realtà il governo sta scaricando gran parte degli oneri fiscali sui lavoratori dipendenti e sui pensionati. Per questo l’emendamento sulla cancellazione del canone era una follia. Quel che serve e su cui costruiremo l’alternativa è misurarsi con la questione salariale e con il salario minimo, con lo sviluppo, con il finanziamento della sanità pubblica e di scuola, università e la ricerca, sulle quali non c’è un euro”.