Il 5 giugno scorso, a Riva Ligure, un uomo di trentacinque anni è morto a seguito del fermo eseguito da tre carabinieri. Kayes Bohli, questo il suo nome, era stato fermato
davanti a un supermercato e trovato in possesso di un modesto quantitativo di eroina, che stava spacciando. C`è stato un inseguimento e i tre carabinieri riescono a
raggiungerlo e ad atterrarlo. Qualcosa, però, sembra non essere andato per il verso giusto tanto che, una volta caricato sulla volante diretta alla caserma, Bohli ha un malore e muore. Le notizie circolate nei primissimi giorni dopo il decesso, parlavano
di uno «spacciatore tunisino» morto a causa della droga dopo un arresto concitato. I risultati dell`esame autoptico resi noti ieri dal Procuratore di Sanremo durante
una conferenza stampa, smentiscono completamente questa interpretazione
dei fatti. Kayes Bohli sì spacciava, ma non era un tossicodipendente: nel suo sangue non sono state rilevate tracce di droghe pesanti ma solo una minima quantità di cannabis. Anche l`ipotesi di un arresto cardiocircolatorio è stata esclusa e i risultati cui è giunto il medico legale parlano di «Arresto cardiocircolatorio neurogenico secondario ad asfissia violenta da inibizione dell`espansione della gabbia toracica». In parole povere, a Kayes Bohli è stato impedito di respirare. In vicende come
questa, si deve essere sempre molto prudenti, ma certo è che spesso è difficile arrivare a una verità quando si tratta di mettere in discussione l`operato delle forze dell`ordine. Questa volta invece, le dure parole pronunciate durante la conferenza
stampa fanno sperare che non si stia mettendo in atto il tentativo di insabbiare la vicenda. Il Procuratore ha dichiarato che «c`è una grossa responsabilità da parte dell`Istituzione dello Stato. Al di là di quello che il soggetto ha commesso la vita
è sacra ed è una morte di cui lo Stato deve farsi carico e deve chiedere scusa alla famiglia. C`è qualcuno che è responsabile di aver impedito a Bohli Kayes di respirare». Parole del genere, in effetti, non vengono pronunciate facilmente. Si dovrà accertare se i segni sul corpo di Bohli, escoriazioni alle mani, alle ginocchia
e un`ecchimosi sullo zigomo destro, siano le conseguenze dell`arresto e, soprattutto, bisognerà accertare le responsabilità dei tre carabinieri nel corso dell`atterramento e
verificare il modo in cui è avvenuto lo schiacciamento del torace tale da non permettere più all`uomo di respirare. In sostanza, va indagato come sia stato possibile che un uomo disarmato – anche se sorpreso a spacciare – sia morto dopo aver incontrato tre carabinieri (che al momento sono indagati per omicidio colposo). Vengono alla mente alcuni fatti recenti che danno notizia del ferimento – a volte grave – di alcuni ambulanti stranieri. Non diciamo, ovviamente, che non debbano essere prese misure contro gli autori di reato, che siano ambulanti sorpresi a vendere merce contraffatta o spacciatori. Diciamo, più semplicemente, che bisogna stare attenti a individuare nello straniero il nemico.


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