‘L’ascesa dell’Islam radicale, l’invasione dell’Iraq e le sue caotiche conseguenze, il risveglio delle primavere arabe, le repressioni sanguinose, un calo sostenuto del prezzo del petrolio ed ora il successo del negoziato con l’Iran, tutto ciò ha aperto quella che potrebbe rivelarsi una nuova tormentata era per tutti quelli che vi sono coinvolti’. Lo afferma il senatore del Pd Alessandro Maran, vicepresidente della Commissione Esteri.
‘Il nostro interesse è quello di eliminare, o contenere, i due pericoli che stanno diventando metastasi: l’Isis, la cui crescita minaccia la regione e ora le nostre città, e la tragedia dei rifugiati siriani che stanno inondando il Libano e la Giordania e che, di questo passo, possono destabilizzare l’Unione europea. Dopo il terribile attacco terroristico a Parigi – continua Maran – quel che davvero farà la differenza, oltre naturalmente agli sforzi per bloccare la capacità di finanziarsi dello Stato islamico, le sue linee di rifornimento ed i rinforzi e rendergli più difficile conservare il controllo del territorio, sarà solo la soluzione diplomatica della guerra civile siriana. Mandare un significativo contingente di truppe di terra a combattere lo Stato islamico – conclude il senatore del Pd – non farebbe che ripetere quel che giustamente Obama considera l’errore dell’invasione dell’Iraq nel 2003, senza risolvere il problema che abbiamo di fronte’.

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