«Niente accordi a scatola chiusa», spiega il senatore del pd Andrea Marcucci riferendosi al campo largo con l`M5s dopo il risultato deludente alle amministrative di quest`ultime. «Piuttosto – aggiunge – serve un nuovo Ulivo».

Anzitutto, il risultato delle comunali: il Pd è primo partito ma avere ceduto Palermo e perso a Genova, Catanzaro o l`Aquila

«Come partito, abbiamo ottenuto un risultato molto importante e lusinghiero. Credo che in tema di alleanze, molto ancora non funzioni. Dobbiamo evitare di mettere steccati, se si dice campo largo, poi bisogna essere conseguenti, e verificare l`appoggio di tutte le forze politiche compatibili. Genova e Palermo ci servano come ammonimento per le politiche, contro un centrodestra unito, dobbiamo fare molto di più per competere».

Nel Pd si continua parlare di campo largo con il M5s ma non hanno portato molti voti in dote domenica.

«Io non sono abituato per cultura personale a porre veti preventivi: credo debba essere il progetto per l`Italia a stabilire i confini. Io dico che serve un`alleanza fortemente riformista ed europeista, attenta al sociale e alle politiche di equità, fortemente ecologista ma senza freni allo sviluppo. Deciderà Conte dove stare, ma su questa impostazione vedo molte sintonie con il ministro Dì Maio. In pratica l`agenda Draghi rappresenta già un punto importante di condivisione».

Da tempo lei prospetta un`alleanza con Azione, Italia viva, la sinistra, i moderati di Fi e l`ala di Malan a del M5s.

«Naturalmente porte aperte a tutti gli esponenti che concordano con noi il programma in questione. cosa che ora sta facendo il ministro Di Maio. Sul resto vedremo Conte dove sì collocherà e con quale identità. Quello che deve essere chiaro a tutti che non si possono stringere accordi a scatola chiusa».

Intanto il risultato di Calenda e Renzi i non è stato altissimo: sembra che abbiano solo indovinato il cavallo vincente.

«Non giudico le performance degli altri, penso che un`alleanza forte tra riformisti alla fine possa far bene a tutti. Soprattutto all`Italia, che con i fondi del Pnrr ha una occasione di riscatto, che non va sprecata. Dobbiamo fare di tutto per non lasciare!! Paese in mano all`illiberale Meloni».

Ma Calenda e Renzi non ne vogliono sapere di alleanze con il Pd se ci sono i grillini. Pd deve rinunciare a qualcuno.

«Deve entrare in gioco la politica quella con la P maiuscola. Anche Prodi e Parisi nel 1995 non avevano un compito facile, eppure con la nascita dell`Ulivo si tennero a freno egoismi e calcoli personali, che pure circolavano ampiamente. Oggi siamo chiamati ad uno sforzo simile».

Non credo sia ora di una legge elettorale proporzionale che aiuti a sganciarsi dall`abbraccio mortale con Conte?

«Dalla nascita del governo giallorosso, io sono un fautore del ritorno al proporzionale. Intanto per ragioni che attengono alla democrazia ed alla rappresentanza: il cocktail tra Rosatellum e taglio di parlamentari rischia di lasciare molte zone del Paese senza propri delegati. Poi certo c`è anche una questione di attinenza con la realtà politica. Dopo il secondo turno delle amministrative si apre una finestra almeno fino a novembre dove i partiti. se vorranno, potranno cambiare legge elettorale, lo credo che alla fine convenga a tutti, anche a Salvini»

Salvini appunto: dopo la debacle della Lega minaccia di uscire dal governo. Crede ci saranno ripercussioni sull`esecutivo?

<La logica dell`inseguimento perpetuo di Giorgia Meloni, la vera e propria ossessione del leader della Lega. I suoi aut aut a Draghi, il ritorno a Pontida, sono anche un po` patetici. Le strategie di governo fatte sotto il sole estivo dalla spiaggia del Pape ete non gli hanno portato fortuna già una volta. Spero che il ministro Giorgetti, gli amministratori della Lega, Forza Italia. lo fermino prima».


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