“Zaia con le sue affermazioni su cittadinanza e ius scholae va in direzione contraria oltre che al buon senso anche alle richieste che provengono dal nostro sistema produttivo, uno dei più dinamici d’Europa. I dati della Fondazione Nordest e quelli dell’Università di Padova dicono che abbiamo bisogno di più persone, meglio se già formate. Ora il paradosso è che spendiamo risorse ingenti per far completare cicli di studi a ragazze e ragazzi al termine dei quali, invece di trattenerli e consentirgli di entrare nel mercato del lavoro, li costringiamo a 4-5 anni di attesa prima di ottenere la cittadinanza. Negli ultimi 15 anni sono andati all’estero migliaia di veneti per trovare migliori condizioni di lavoro e non abbiamo nemmeno abbozzato una risposta al fenomeno. Oltre a vedere andare via chi ha la cittadinanza, ostacoliamo chi quella cittadinanza la vorrebbe e ne avrebbe ben diritto avendo acquisito studi, cultura, lingua italiana e persino dialetto. La posizione della Lega e di Zaia sono uno schiaffo al buonsenso e alle esigenze del Veneto, oltre che all’integrazione di persone la cui unica colpa è essere figli di genitori nati all’estero. La notizia del raggiungimento del quorum nella raccolta delle firme per il referendum è il segno che le cittadine e i cittadini del nostro Paese sono più avanti di una certa politica. Una legge sulla cittadinanza è necessaria, avendo come obiettivo quello di evitare una battaglia ideologica partendo da quello che ci dice la realtà di tutti i giorni”.
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