Andrea Martella, segretario regionale del Pd, si è dichiarato super partes nella corsa verso le primarie anche se in Veneto Elly Schlein ha ridotto il distacco dal vincitore Stefano Bonaccini. La parola finale ce l’avranno le consultazioni del 26 febbraio. «Unitario», un atteggiamento che Martella rivendica «dopo aver ascoltato in tutti i nostri congressi di circolo una richiesta di unità a primarie finite».

Martella, il Pd, soprattutto in Veneto, di correnti e risultati non lusinghieri ha fatto esperienza, eppure ‘affluenza nei circoli è stata alta…

«Hanno votato oltre 6.315 iscritti su circa godo aventi diritto, un risultato positivo e che ci fa molto piacere a un anno dallo sforzo in corso di ricostruire un Pd forte e credibile anche in Veneto. Sarà un congresso importante per noi e non disgiunto dai risultati deludenti di questo governo di destra a poco più cento giorni dall’inizio. Dico deludenti perché la maggioranza è, oggettivamente, divisa su tutto. Fra uno scivolone di Berlusconi pro Putin e una politica economica zoppicante si cerca di usare Sanremo come strumento di distrazione di massa. Premetto questo per dire di come il congresso del Pd sia cruciale per dare risposta ai veri problemi degli italiani a partire da lavoro e sanità».

Il risultato vede Bonaccini in testa ma Schlein molto vicina…

«Da segretario ho un ruolo di assoluta garanzia per l’unità del partito , per il rispetto delle procedure e per il pluralismo che è una ricchezza. Il voto nei circoli è stato il primo round, ora entriamo nella seconda fase della partita. I candidati che vanno al ballottaggio sono tutte persone che stimo dal punto di vista politico e umano. Direi che si vede una forte richiesta per un partito robusto in grado di fare opposizione coniugata anche a una voglia di cambiamento e rinnovamento ».

Come funzionerà il voto del 26 febbraio per le primarie?

«Allestiremo 390 seggi in tutta la regione fra sedi di partito, centri civici e sale pubbliche. Il voto per l’elezione del segretario Pd e dell’assemblea nazionale è aperto a tutti, anche non iscritti. Possono votare i sedicenni ma, online, anche chi vive all’estero e i fuori sede o chi è nell’impossibilità a recarsi fisicamente ai seggi. Per votare servirà la tessera elettorale, un documento d’identità e, per i non iscritti, un contributo di due euro. Da qui al 26 febbraio saranno due settimane davvero significative perché, dopo la fase di consultazione interna, si passa al coinvolgimento vorrei dire anche “emotivo” dell’opinione pubblica, al contatto diretto con le persone. Non suoni retorico, basta dare un’occhiata ai dati sull’affluenza al voto in Lazio e Lombardia. Che ci dice anche un’altra cosa: quando l’opposizione va divisa viene punita».

Che apporto darà il Veneto al Pd che verrà?

«Un po’ come sta accadendo al livello nazionale, il Pd veneto un anno fa ha dovuto iniziare un percorso di ricostruzione dopo le sconfitte elettorali con una proposta politica strutturata, programmatica, come non facevano da anni. Ora, a livello nazionale potremo dare un contributo specifico come partito che rappresenta la nostra regione sui temi che più ci caratterizzano: rapporto fra sviluppo e sostenibilità ambientale, fra lavoro e impresa, e autonomia, tutti elementi che nella nostra terra assumono un carattere “popolare”».


Ne Parlano