Bene apertura M5s. Introduciamo anche riequilibrio di genere nel nuovo Senato
 ‘Con il testo di riforma costituzionale del Senato e del Titolo V siamo di fronte al passaggio di un’epoca. Dall’epoca della politica che non ha saputo o voluto rinnovare lo Stato, approdiamo all’epoca in cui la politica si propone di nuovo come motore capace di guidare il cambiamento, di agirlo e non subirlo, disegnando una cornice istituzionale capace di resistere nel tempo. Il punto più alto di questa riforma è la politica: dopo troppi anni di impoverimento, incapacità di rinnovarsi e uscire da rituali oramai logori, finalmente la politica ritrova se stessa’. Lo dice la senatrice Pina Maturani, vicepresidente del gruppo del Pd, che è intervenuta nell’Aula del Senato. ‘Il lavoro della Commissione Affari costituzionali del Senato – ha proseguito Pina Maturani – è stato sapiente e minuzioso e il testo del Governo ne esce migliorato: è un testo nel quale non si rispecchiano solo le forze di maggioranza. Poteva essere una palude, ma così non è stato. Il Pd ha scelto di parlare a tutti perché solo così facendo si può autorevolmente pensare di traghettare il Paese in una nuova fase. E se spiace che altre forze importanti abbiano scelto di non confrontarsi, accogliamo positivamente la volontà di confronto espressa in questi ultimi giorni dal Movimento 5 Stelle, con il quale l’auspicio è che da ora si possa lavorare insieme per un testo che ambisce ad essere di tutti. Il nuovo Senato della Repubblica, pur rimanendo estraneo al rapporto fiduciario con il Governo, riveste un ruolo centrale nell’ordinamento costituzionale, in una posizione di raccordo tra Stato e istituzioni territoriali, da un lato, e normativa statale ed europea, dall’altro. Non secondarie sono le altre funzioni. Altro che ‘dopolavoro’. L’appello è che il passaggio dell’aula sia vissuto come momento per arricchire e perfezionare, ma mai per affossare. Per esempio – ha concluso Maturani – io auspico l’introduzione di un criterio che contempli l’equilibrio di genere del nuovo Senato, come un punto qualificante ed ineludibile nel momento che si rimette mano all’impianto dello Stato’.

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