“Le polemiche contro il nuovo Codice Antimafia sono francamente incomprensibili. E’ una legge che migliora l’ordinamento sui beni confiscati, raccogliendo molte delle richieste fatte dalle associazioni, e che riorganizza l’Agenzia e la gestione dei beni. Io difendo anche l’articolo 1. Questa non è una legge liberticida, ma più garantista rispetto alle norme vigenti finora. Sorprende davvero il polverone scoppiato ora, a 3 anni e mezzo dall’inizio del dibattito parlamentare”. Lo ha detto il senatore Franco Mirabelli, capogruppo del Pd nella Commissione Antimafia, al convegno “Contrasto alle mafie: gli strumenti nella dimensione istituzionale nazionale e regionale” che si è svolto al Senato.
“La confisca dei beni in caso di corruzione – ha proseguito Mirabelli – è disposta da un organo collegiale, sulla base di un indizio di colpevolezza, nell’ambito di un confronto, con possibilità di ricorso. Le garanzie per l’imputato, dunque, aumentano. Anche l’opposizione delle imprese è incomprensibile: il nuovo Codice prevede la possibilità per l’azienda di sostituire un amministratore coinvolto dalla criminalità organizzata, senza perdere l’appalto. Credo che su questo punto – conclude Mirabelli – dovremo avere un chiarimento con Confindustria”.


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