“Non ci sono solo le grandi crisi, non c’è solo l’automotive o la siderurgia. Nel silenzio generale, stanno chiudendo una moltitudine di piccole e medie imprese, in settori un tempo vanto del Made in Italy, con tanti imprenditori che si arrendono e tantissimi lavoratori che perdono il proprio posto e le proprie speranze. La povertà assoluta è a livelli record ma la destra in questi due anni di governo ha fatto la guerra ai poveri più che combattere l’emarginazione sociale. Colpisce in questa manovra la totale assenza, di una visione del futuro del Paese, di una strategia per fare ripartire l’Italia, per tornare a crescere”. Lo ha detto il sen. Antonio Misiani, responsabile economico del PD, intervenendo in aula sulla manovra.
“Il fallimento del concordato segna il fallimento della riforma fiscale – ha aggiunto – peggiorando la già forte iniquità orizzontale del sistema senza affrontare i nodi più critici del fisco italiano. Ma l’elemento di maggiore criticità della manovra riguarda la sanità pubblica. È una scelta politica netta: sottofinanziare la sanità pubblica per aprire sempre più spazio ai privati e abbandonare definitivamente il modello di sanità universalistica della riforma del 1978”.
“Il tempo del trionfalismo economico del governo è scaduto – ha concluso Misiani – È tempo di fare i conti con la realtà. E la realtà è difficile, richiede visione e scelte coraggiose per rilanciare la crescita e costruire uno sviluppo più sostenibile e più giusto. In questa legge di bilancio non c’è nulla di tutto questo”.