”E’ una manovra fragile e dal fiato corto perché si basa su previsioni di crescita in gran parte sovra stimate e perché finanziata per due terzi in deficit. Quasi tutte le misure più significative sono coperte solo per il 2024 come nel caso, ad esempio, del cuneo contributivo. In compenso si lascia un’eredità pesantissima per il 2025, quando andranno trovati 15 mld per confermare le misure adottate. E’ una manovra quindi fragile ma anche iniqua: il rapporto tra spesa sanitaria-pil, nel triennio di programmazione, scende ad un livello inferiore a quello del 2019 che era già sotto finanziato. In sostanza non si garantisce più l’universalità delle prestazioni sanitarie. E continuando sulla strada delle ingiustizie non vi è nulla sul trasporto pubblico ma in compenso vengono tagliate le pensioni. Il Governo abbassa l’iva sugli integratori, esenta la chirurgia estetica ma tassa gli assorbenti. E’ una manovra di stagnazione e austerità che non rilancerà la crescita: basta leggere i dati di Banca d’Italia che indicano una crescita dello 0,6% che smentisce tutte le previsioni governative. La manovra è l’antipasto dell’austerità verso cui Giorgia Meloni ci sta portando”. Così intervenendo in aula a palazzo Madama il sen Antonio Misiani Vice capogruppo Pd in commissione Bilancio e responsabile Economico del partito.


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