“L’Europa deve decidere che ruolo intende svolgere in questa nuova fase della storia mondiale, innanzitutto sotto il profilo geopolitico. Il consiglio europeo affronterà i nodi più drammatici di questa stagione. È il momento di continuare ad assicurare il pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine di fronte alla criminale aggressione di Putin. Dobbiamo continuare a garantire tutte le forme di assistenza necessaria per assicurare il diritto all’autodifesa dell’Ucraina. E dobbiamo adoperarci, in sede europea e internazionale, per l’avvio di una soluzione diplomatica per una pace giusta e duratura. Nel consiglio europeo si discuterà della crisi in Medio Oriente. Esprimiamo anche in questa sede la più netta condanna della aggressione dei terroristi di Hamas, la nostra vicinanza nei confronti del popolo israeliano, il sostegno verso tutte le iniziative per la liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas, la condanna di ogni antisemitismo, la riaffermazione del diritto di Israele a esistere come Stato in pace e sicurezza. Ma il diritto di autodifesa non può, non deve mai travalicare il diritto internazionale ed umanitario come purtroppo sta accadendo a Gaza. Per questo motivo che invitiamo il governo italiano a sostenere la richiesta di un cessate il fuoco umanitario. Il consiglio europeo si confronterà, infine, sulla riforma della governance economica. Il vecchio patto di stabilità e crescita ha evidenziato tutti i suoi limiti. La commissione europea ha presentato una proposta che affronta molte delle criticità del vecchio quadro di regole. Non il migliore dei mondi possibili, ma un indubbio passo in avanti. I negoziati tra i governi nazionali ci stanno portando però in una direzione diversa. Nelle bozze che sono circolate, tornano le regole di riduzione del debito e, soprattutto, del deficit. Regole che ostacoleranno a livello europeo i massicci investimenti pubblici necessari per affrontare la doppia transizione ecologica e digitale e per finanziare una politica europea della difesa, perché non sarà certo la gentile concessione di un breve periodo transitorio con regole meno rigide a cambiare questo quadro. I Paesi frugali stanno prendendo il sopravvento anche perché il nostro Paese non ha saputo costruire un vero fronte comune con Francia e Spagna, con i grandi Paesi europei che condividono le nostre preoccupazioni e la nostra visione. Il governo si è illuso di poter utilizzare la mancata ratifica del trattato MES come merce di scambio per il patto di stabilità, ma così facendo ha messo l’Italia in un vicolo cieco. La pantomima sul MES ha indebolito la credibilità del nostro Paese. Nel frattempo il trattato è stato approvato da 26 Paesi su 27. Governi di destra e di sinistra, Paesi grandi e piccoli. Manca solo l’Italia. Capisco, è complicato rimangiarsi anni e anni di slogan, di post sui social, di propaganda. Ma lo avete fatto per tante altre cose, dai migranti alle pensioni. Lo dovrete fare anche sul MES. Fatelo il prima possibile, risparmiateci questa fiera delle ipocrisie”. Così il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, intervenuto in dichiarazione di voto sulle comunicazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.


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