“La Nota di aggiornamento di economia e finanza non è un documento tecnico, ma il programma del governo in campo economico e sociale. Ne ho viste tante, ma non ne ricordo una così vaga, generica e reticente. Questa Nadef non contiene una politica, una visione. C’è una scelta, quella giusta di dare priorità al caro bollette e per dare subito 9 miliardi agli italiani noi voteremo lo scostamento di bilancio, ma i 21 mld che l’Esecutivo stanzia per il 2023 per la crisi energetica basteranno al massimo fino alla primavera, sono un terzo di quello che è stato stanziato nel 2022. La destra non sta predisponendo una legge di Bilancio, ma una manovra di corto respiro, che preoccupa per tutto quello che manca e per questo noi votiamo contro”. Lo ha detto in Aula il senatore Antonio Misiani, responsabile Economia del Pd, nella dichiarazione di voto sulla Nadef.
“Questa Nadef – ha continuato Misiani – è persino prudente e restrittiva. Ma quello che serve all’Italia è il coraggio. Non si può tirare a campare sperando che la crisi energetica passi. L’Italia è sull’orlo della recessione, come ha confermato Giorgetti. L’inflazione al 12 per cento è una tassa iniqua su chi è più in difficoltà. Nella Nadef non c’è nulla per rafforzare il potere d’acquisto di salari e stipendi che sta crollando, non c’è nulla per le imprese che chiudono, non c’è alcunché sul salario minimo, sul cuneo fiscale, su sanità, scuola, università e ricerca e non c’è nulla sulle pensioni, sulla lotta all’ evasione e sugli extra profitti che pure avrebbero dato più spazi di manovra. E sulle pensioni dico: non si azzardino a mettere le mani sulle rivalutazioni che servono a proteggere dall’inflazione 16 milioni di pensionati”.


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