Salario minimo, rinnovo dei contratti di
lavoro scaduti, cuneo fiscale e produttivita’: sono i quattro
pilastri del Partito Democratico per un patto sociale anti
inflazione. A illustrarli e’ Antonio Misiani, deputato e
responsabile economico del Partito Democratico. Il primo
pilastro e’ il salario minimo: “E’ in vigore in 21 paesi Ue su
27”, spiega Misiani, “va introdotto anche in Italia,
valorizzando l’autonomia negoziale delle parti sociali e facendo
riferimento, come propone il ministro del Lavoro Andrea Orlando,
ai trattamenti economici complessivi (Tec) dei contratti di
lavoro maggiormente rappresentativi. Si potrebbe prevedere la
definizione di livelli salariali minimi ad hoc per i settori in
cui e’ piu’ elevata l’incidenza della poverta’ lavorativa e piu’
debole la contrattazione collettiva. In questo modo si
toglierebbe spazio ai contratti pirata e si affronterebbe
efficacemente il problema del lavoro povero”.
Il secondo pilastro e’ il rinnovo dei contratti di lavoro
scaduti. “Va accelerato, perche’ e’ la contrattazione lo
strumento decisivo per recuperare il potere d’acquisto delle
retribuzioni senza innescare una spirale salari-prezzi”.
Terzo: il cuneo fiscale: “La legge di bilancio 2022 ha previsto
– solo per quest’anno – un taglio di 1,5 miliardi dei contributi
sociali a carico dei lavoratori con retribuzioni lorde fino a 35
mila euro”, ricorda il deputato dem: “Questa misura va di molto
rafforzata e resa permanente. Gli spazi per intervenire ci sono:
la crescita delle entrate tributarie, a partire dall’IVA, e’
molto forte, ben superiore all’aumento del Pil nominale”. Il
quarto pilastro riguarda la produttivita’: “I progetti e le
riforme del Pnrr rappresentano un’occasione storica per
lasciarci alle spalle la stagione della via ‘bassa’ dello
sviluppo (anzi: della stagnazione) e scegliere un percorso
radicalmente diverso. Dinamico, inclusivo, sostenibile. Nel
Piano ci sono scelte decisive per un salto nella produttivita’
totale dei fattori: gli investimenti sul capitale umano, la
digitalizzazione e lo sviluppo sostenibile, le riforme della
pubblica amministrazione e della giustizia.
Siamo ad un passaggio delicato nel percorso di “messa a terra”
del Piano. Il Parlamento sta esaminando alcune riforme di
fondamentale importanza, dalla legge sulla concorrenza alla
delega fiscale. I bandi per i progetti del Piano vanno avanti,
ma alcuni nodi – dal caro materiali nell’edilizia alla debole
capacita’ realizzativa di molti soggetti attuatori – stanno
venendo al pettine. La condivisione del governo con le parti
sociali di una serie di scelte-chiave rappresenterebbe un
segnale politico molto forte di assunzione collettiva di
responsabilita’ verso una sfida decisiva per il futuro del
Paese”, conclude Misiani.


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