«Ma Renzi e Cantone vanno d`accordo?». Se lo chiede sul suo blog il presidente della commissione industria del Senato, Massimo Mucchetti (Pd) sulla scia degli scandali Expo e Mose.
Chi ha ragione tra i due?
 «Bisogna trovare una sintesi. Cantone, come Kevin Costner ne ‘Gli intoccabili’, chiede di avere la sua squadra perché da solo non sconfiggerebbe mai Robert De Niro nel ruolo di Al Capone. Se restasse solo l`Autorità anticorruzione diventerebbe inutile, anche perché abbiamo già un`Autorità di vigilanza sui contratti pubblici e una magistratura. Insomma, deve essere messa in condizione di operare».
Perché l`idea di sospendere i lavori nei casi di corruzione non la convince?
«Intanto una misura così radicale andrebbe rapportata alla gravità dell`episodio corruttivo. Poi c`è un problema di accertamento del reato: attendere una sentenza definitiva comporterebbe un allungamento eccessivo dei tempi. Lo stesso accadrebbe nel caso in cui si decidesse di chiudere un cantiere per un`opera di pubblica utilità e di rinviarne, quindi, l`esecuzione all`esito di una nuova gara d`appalto. Se l`opera è necessaria si finirebbe per negare un servizio ai cittadini».
Come trovare, allora, la sintesi?
«Con un`adeguata iniziativa politico-giuridica. Ho suggerito un`ipotesi: commissariare temporaneamente, su richiesta del pm e per disposizione del Gip, le concessionarie inquisite fino all`eventuale assoluzione di primo grado, ferme restando le sanzioni previste in caso di condanna».
Expo e Mose: siamo di fronte ad una nuova Tangentopoli?
«I numeri di Tangentopoli sono stati decisamente più grandi. Ciò non toglie che siano episodi gravissimi. Mi stupisco che non si affronti con là stesso impegno lo scandalo della Sopas dove dei banchieri privati sono accusati di aver truffato per centinaia di milioni le casse previdenziali».

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