“Ci risiamo. Il Pd finisce sui giornali per le mozioni sulla Libia, ma – che lo si voglia o meno – lo fa per i suoi equilibrismi interni piuttosto che per la chiarezza della sua posizione. Chi legge capisce come voterà ma non perché. Ci sono 5 domande a cui si devono dare risposte chiare”. Lo scrive su Facebook il senatore del Pd Tommaso Nannicini. Il post continua:
“1. In Libia siamo di fronte a una crisi migratoria o a una crisi umanitaria?
2. La Libia è o non è un “porto sicuro” dove sono permessi respingimenti ai sensi della Convenzione di Ginevra e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea?
3. Serve un accordo bilaterale Italia-Libia o un’azione multilaterale delle Nazioni Unite su spinta dell’Unione Europea?
4. Servono navi da guerra o corridoi umanitari per i soggetti più deboli che fuggono da centri di detenzione trasformati in lager e da una guerra civile che li sta trasformando da prigionieri in bersagli?
5. Dobbiamo fare scelte in totale continuità con i passati governi o introdurre elementi di discontinuità, di fronte a una situazione che cambia (in peggio) giorno per giorno?
O si risponde a queste 5 domande o qualsiasi alchimia parlamentare lascia il tempo che trova. Si parlerà del Pd ma non sarà il Pd a parlare. La risposta a queste domande è implicita nella giusta scelta di non partecipare al voto che stanno prendendo i gruppi parlamentari, ma andrebbe detta con più forza. Siamo di fronte a una crisi umanitaria, la Libia non è un ‘porto sicuro’ e per questo serve SOLO un’azione multilaterale che moltiplichi i corridoi umanitari, intensifichi i rientri volontari nei paesi di origine, chiuda tutti i centri di detenzione e apra nuove strutture sotto l’egida delle Nazioni Unite, in discontinuità col recente passato. Punto”, conclude Nannicini.
Roma, 3 luglio 2019