Una svolta che può realizzare un cambiamento vero del potere pubblico
La  legge delega sulla Pubblica Amministrazione approvata dal Senato è una vera e propria riforma e non una semplice riorganizzazione. Il Parlamento ha avuto un ruolo centrale e il lavoro costante in commissione, come in Aula, ha consentito di concludere l`iter di questa riforma senza il voto di fiducia. Iniziativa ancora più positiva se si considerano la quantità e la complessità delle materie e degli interessi toccati. Obiettivo principe è rimettere al centro dello Stato il cittadino e le imprese, e sono numerosissime le disposizioni all`interno del provvedimento che vanno proprio in questa direzione. Penso in primis alla cittadinanza digitale, dove l`accesso diretto agli atti e ai documenti amministrativi significano la fine delle code agli sportelli. Ma anche la certezza dei tempi e la velocizzazione delle decisioni degli enti. Le lavoratrici e i lavoratori onesti e consapevoli che operano nella Pubblica amministrazione sono molti, e per loro e per tutti i cittadini dovevamo fare presto e bene. Questo provvedimento propone dunque all`amministratore pubblico una grande sfida culturale, chiamato a diventare compartecipe di un processo di modernizzazione del nostro Paese. L`istituzione del ruolo unico, la mobilità della dirigenza, gli incarichi a termine, la concorrenza professionale tra i dirigenti, la centralizzazione dei concorsi e i criteri di valutazione pongono le basì per ritornare al merito e per assicurare una dirigenza adeguata ad una PA che dialoga e collabora con cittadini e imprese. A questo proposito, uno dei temi trattati all`interno del provvedimento è la responsabilità degli amministratori pubblici per i danni causati nell`esercizio delle funzioni pubbliche. Viene disegnato un processo celere, rispettoso del principio del contraddittorio e finalizzato a rendere effettiva la punizione del danno da illecito amministrativo. Come non vedere, poi, l`importanza della delega sulle società partecipate e dei servizi pubblici locali? C`è una modifica ordinamentale di enorme portata che, se attuata, comporterà una modifica di costume e un freno alla corruzione e allo sperpero di denaro pubblico. Una vera picconata al clientelismo. Oggettivamente, questa legge segna una svolta, proietta su uno scenario nuovo, potenzialmente idoneo a realizzare un cambiamento vero e profondo del potere pubblico. Un cambiamento teso ad assicurare la tempestività e l`efficacia del potere stesso ed a caratterizzarne il ruolo in chiave collaborativa – e non più autoritaria e unilaterale – con la società. La portata di questa riforma, che avrà un suo passaggio decisivo nei decreti legislativi, è quella di una riforma ‘costituzionale’ non meno importante di quella in discussione in questi mesi alle Camere: un`amministrazione efficiente, infatti, non è meno importante per una democrazia governante di un sistema parlamentare rinnovato di una legge elettorale maggioritaria.

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