Non si può partire dai licenziamenti se si vuole davvero innovare
‘La riforma del pubblico impiego non si prende dalla coda, cioè dai licenziamenti, se si vuole che sia una vera riforma. Chi ha la preoccupazione di innovare realmente, sa che il tema del pubblico impiego è molto più complesso e articolato e che solo ove affrontato nella sua globalità potrà essere oggetto di reale riforma’. Lo dichiara il senatore del Pd Giorgio Pagliari, relatore del ddl sulla riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche.
‘È questo – spiega il parlamentare democratico – ciò che si propongono gli articoli 10, 12 e 13 della riforma della Pubblica Amministrazione, nel momento in cui aprono la discussione sulle regole del lavoro alla dipendenza della P.A., sui diritti ed i doveri dei dipendenti e sulle modalità di esercizio degli uffici pubblici, in particolare sottolineando i temi della formazione e della qualificazione professionale. Ed è proprio la discussione sul ddl governativo la sede per l’approfondimento serio, che non può e non potrà risolversi con una mera e, per certi versi, troppo semplificatrice estensione delle norme previste per l’impiego privato. Anche la strada della completa parificazione tra impiego pubblico e privato passa infatti – conclude Pagliari – per il ridisegno o riordino complessivo consentito dalla riforma sulla pubblica amministrazione proposta dal governo’.
‘È questo – spiega il parlamentare democratico – ciò che si propongono gli articoli 10, 12 e 13 della riforma della Pubblica Amministrazione, nel momento in cui aprono la discussione sulle regole del lavoro alla dipendenza della P.A., sui diritti ed i doveri dei dipendenti e sulle modalità di esercizio degli uffici pubblici, in particolare sottolineando i temi della formazione e della qualificazione professionale. Ed è proprio la discussione sul ddl governativo la sede per l’approfondimento serio, che non può e non potrà risolversi con una mera e, per certi versi, troppo semplificatrice estensione delle norme previste per l’impiego privato. Anche la strada della completa parificazione tra impiego pubblico e privato passa infatti – conclude Pagliari – per il ridisegno o riordino complessivo consentito dalla riforma sulla pubblica amministrazione proposta dal governo’.