«Sono un garantista, per me la presunzione di innocenza vale sempre, ma i 5 Stelle invece usano una doppia morale, quando arriva un avviso di garanzia agli avversari diventano giustizialisti». Giorgio Pagliari, senatore Pd parmigiano, ha presentato un esposto sul caso della direzione del Teatro Regio di Parma, nomina per la quale ora il sindaco pentastellato, Federico Pizzarotti, ha ricevuto un avviso di garanzia per abuso di ufficio.
Senatore, l`inchiesta nasce dal suo esposto? Perché lo ha presentato?
«Non so se l`inchiesta in toto derivi dal mio esposto. Comunque ho sollevato il problema per una gestione poco chiara e trasparente della nomina di un nuovo direttore del Teatro Regio di Parma».
Cosa è successo?
«Ho rappresentato alla Procura della Repubblica la mia impressione che si fosse di fronte a una procedura preordinata, piegata a un risultato predeterminato. Il nome scelto è cambiato di volta in volta in conseguenza delle mie prese di posizione nelle quali indicavo il probabile vincitore del momento. Ho fatto così: mi sono inviato una raccomandata a me stesso con il nome o i nomi dei presunti vincitori, e contemporaneamente emettevo dei comunicati. In questo contesto la commissione tecnica nominata dal sindaco – ai cui lavori partecipavano indebitamente l`assessore alla Cultura e il direttore della FondazioneToscanini giunse a fare sette nomi, ma il consiglio della Fondazione Teatro Regio non procedette alla scelta fra questi sette. Prese invece un nome al di fuori della rosa dei partecipanti alla selezione, Anna Maria Meo, che non aveva un curriculum specifico né sul piano di esperienza manageriale di direzione, né con una esperienza nel settore lirico».
Pizzarotti ritiene che l`avviso di garanzia sia un atto dovuto. È così, secondo lei, o è un fatto più rilevante?
«Atto dovuto o non dovuto, l`avviso di garanzia vuol dire che c`è una indagine che ti riguarda».
Il sindaco si dovrebbe dimettere?
«Io sono garantista, non penso che Pizzarotti si debba dimettere per aver ricevuto l`avviso di garanzia. Il significato politico, però, è la dimostrazione di come è stata gestito improvvidamente il Teatro Regio, che è il cuore della città».
Cosa c`è di sbagliato?
«Il Teatro Regio doveva essere rilanciato anche in funzione del Festival Verdi che si tiene ogni anno, invece si è arrivati a una soluzione che ha compromesso la stessa autonomia del Regio. Sul piano politico questa gestione dimostra come i Cinque Stelle interpretino la trasparenza, l`imparzialità e la buona amministrazione, che sono i canoni costituzionali e politici di un buongoverno. Predicano bene e razzolano male. Tra l`altro questa non è l`unica ombra sul sindaco Pizzarotti. È in corso un`altra inchiesta nella Parma Gestione Entrate, la società di riscossione delle tasse per il Comune, che ha già provocato le dimissioni del presidente e del direttore, le cui indagini sono in pieno svolgimento».
La questione morale attraversa tutti i partiti, ma i Cinque Stelle vogliono rispondere solo alle regole interne al M5S. Che ne pensa?
«Una strana idea di legalità: le regole interne che prevalgono sulla legge. La verità è che seguono una doppia morale: quando tocca agli altri un avviso di garanzia sono i primi ad essere giustizialisti,
quando tocca a uno di loro sono garantisti. Per me il principio di presunzione di innocenza vale sempre e
dev`essere rispettato. Poi possono esserci situazioni più problematiche, anche se non sul piano del diritto».
Insomma, vengono usati due pesi e due misure?
«Certamente. Gli avversari li giustiziano sulla base di un avviso di garanzia, quando tocca a loro si richiamano alle regole interne. C`è un dato, però: rispetto al numero di sindaci del M5S, che sono circa l6, gli amministratori Cinque Stelle sono di gran lunga quelli che, in proporzione, incorrono di più nelle maglie della giustizia. Forse la questione morale non riguarda solo gli altri, vuole dire che il rapporto con il potere crea loro dei problemi, magari anche per la loro inadeguatezza nell`amministrare. Parma ne è un esempio e fa tremare all`idea che i pentastellati vogliano governare il Paese».
A Livorno il sindaco M5S Nogarin è indagato, anche lui non dovrebbe dimettersi, per ora?
«Ripeto, il principio garantista per me vale sempre, semmai c`è un problema di opportunità politica nel restare sindaco quando viene ipotizzato un reato così grave come la bancarotta fraudolenta».


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