“Si preferisce controllare i dipendenti pubblici con sistemi altamente invasivi di verifica biometrica e di video sorveglianza, in sostituzione di quelli di verifica automatica della presenza già esistenti, invece di formare e di motivare il personale. Noi non crediamo che più di 3 milioni di dipendenti pubblici, da chi lavora nelle scuole, a chi lo fa nei comuni fino ai ministeri, siano da trattare come potenziali fannulloni, da controllare in modo così invasivo e costoso”. Lo dice la senatrice del Pd Annamaria Parente, relatrice al ddl concretezza.
“Ma davvero pensiamo che non si possano spendere meglio i 35 milioni di euro previsti? – continua Parente – Noi crediamo che questo provvedimento sia sbagliato e infatti è stato concepito senza coinvolgere il personale dell’amministrazione pubblica”.


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