Senatore Panini, un punto rilevante della riforma costituzionale che domani andrà in Cdm è la costituzionalizzazione del principio che la legge elettorale deve garantire il 55% dei seggi tramite un premio assegnato su base nazionale. Una novità positiva nella direzione della stabilità?
Premesso che sono contrario alla riforma costituzionale prospettata perché con l`elezione diretta del premier si indeboliscono eccessivamente il presidente della Repubblica e il Parlamento, e perché non affronta grossi problemi del nostro parlamentarismo, come l`abuso dei decreti legge e il monocameralismo alternato, sulla questione che lei pone concordo con quanto ha rilevato ieri sul vostro giornale Roberto D`Alimonte: non si può costituzionalizzare il premio di maggioranza senza costituzionalizzare la sua modalità di attribuzione, che per rispettare la Costituzione non può che contemplare il ballottaggio. Mettere in Costituzione il 55% di premio lasciando alla legge ordinaria la definizione di come lo si attribuisce non toglie il fatto che tale legge, se prevedesse di dare quel premio a turno unico, cioè senza indicare una soglia adeguata per ottenerlo, sarebbe dichiarata incostituzionale dalla Consulta, per le ragioni segnalate nelle sentenze n. i del 2o14 e n. 35 del 2o17 su Porcellum e Italicum.
Ma la Consulta potrebbe intervenire anche su una norma fissata in Costituzione?
Certamente. Se in Costituzione scrivessero che quel premio pari al 55% dei seggi si dà a turno unico, senza una consona soglia minima, sarebbe violato un principio supremo dell`ordinamento, quale è senz`altro la adeguata rappresentatività del Parlamento. Come ha definitivamente chiarito la sentenza della Corte 1146 del 1988 una riforma costituzionale che viola uno dei principi supremi dell`ordinamento può essere essa stessa dichiarata illegittima dalla Consulta. Insomma, non esiste furbata formale che possa legittimare un sistema similPorcellum. La previsione del ballottaggio è indispensabile per evitare che sia dichiarata incostituzionale una legge elettorale a maggioranza garantita basata su un premio nazionale in seggi al vincitore.
La soglia al di sotto della quale far scattare il ballottaggio può essere del 40%, come prevedeva ad esempio l`Italicum?
Secondo me la soglia dovrebbe essere del 50%, come per i sindaci dei comuni sopra i i5 mila abitanti. Stiamo infatti parlando dell`elezione diretta di una persona, non di una maggioranza parlamentare, come per esempio nel caso dell`Italicum. E questa persona è il premier, la massima carica esecutiva nazionale: per una scelta così fondamentale sarebbe arbitrario prevedere una soglia di vittoria al primo turno inferiore al 50% più uno dei voti. Bisognerebbe avvertire l`esigenza di evitare ulteriori “italianate”: basti pensare che in tutte le 14 repubbliche dell`Ue dove si elegge direttamente una persona per una carica statale apicale (Austria, Bulgaria, Cipro, Croazia, Finlandia, Francia, Irlanda, Lituania, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia) tre regole sono sempre presenti. Primo, quella persona è il Presidente della Repubblica, indipendentemente che abbia funzioni di garanzia odi governo. Secondo, c`è il ballottaggio. Terzo, la soglia per vincere al primo turno è del 50%. Mi sembrerebbe assurdo aggiungere a un`anomalia italiana come l`elezione popolare del premier, che nessun Paese fa, altre due anomalie italiane come la mancanza del ballottaggio e la fissazione di una soglia inferiore alla maggioranza assoluta.


Ne Parlano