“Sono almeno tre le affermazioni
preoccupanti e francamente insostenibili contenute nell’intervista
odierna del Presidente del Senato La Russa sul disegno di legge di
riforma costituzionale Meloni-Casellati. La Russa asserisce che non
viene colpito il ruolo del Capo dello Stato: non è vero, il nuovo
testo dell’articolo 94 della Costituzione è scritto in maniera tale da
ridurre drasticamente due poteri-chiave del Quirinale, come quello di
nomina del premier e quello di scioglimento, e in modo tale da
annullare la sua funzione più preziosa, quella di arbitro e motore di
riserva nei momenti critici. Così facendo lo si trasforma in un
notaio”. Lo afferma Dario Parrini (Pd), vice presidente della
commissione Affari costituzionali del Senato.
“Piuttosto incredibile -aggiunge- è quanto La Russa dice sul tetto ai
mandati: oggi la Costituzione non lo prevede per la semplice ragione
che non esiste l’elezione diretta del premier. Ma tutti i Paesi Ue che
hanno l’elezione diretta nazionale di una persona prevedono in
Costituzione un tetto ai mandati, che è uno dei contrappesi più ovvi e
tipici dell’elezione popolare di una carica monocratica. Se non lo
facciamo, calpestiamo una regola basilare delle democrazie liberali”.
“Infine La Russa dice che le regole per eleggere direttamente il
premier le fisserà la legge elettorale, che è legge ordinaria. Ma
anche questo è sconcertante: se si mette in Costituzione il premio
parlamentare che il Presidente del Consiglio incassa in quanto
vincitore delle elezioni, è pacifico che deve essere inserito subito
in Costituzione anche il meccanismo che fa scattare quel premio. Che
non può che essere -conclude- un sistema a doppio turno con soglia del
50%, come avviene in tutti e quattordici i Paesi Ue in cui si elegge
direttamente una persona a una carica nazionale di vertice.


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