Un intervento per evitare di dare seguito alla decisione della giunta comunale di Grosseto di intitolare una traversa di via della Pacificazione a Giorgio Almirante. E’ quanto chiede il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali, che ha rivolto un’interrogazione al ministero dell’Interno Matteo Piantedosi. Analoga interrogazione è stata presentata dal Pd alla Camera, a prima firma di Marco Simiani
“La Giunta del Comune di Grosseto il 30 gennaio 2023 – spiega Parrini nel documento – ha avviato il procedimento finalizzato alla revisione della toponomastica cittadina, consistente nel cambio di denominazione di due strade traverse di via della Pacificazione nazionale, da intitolare rispettivamente a Enrico Berlinguer e Giorgio Almirante. Tale decisione ha suscitato un acceso dibattito nella comunità cittadina perché, al riparo di un intento pacificatorio, accomuna due figure profondamente diverse tra loro, con un ruolo assai diverso nelle vicende che hanno condotto alla fondazione della Repubblica e all’approvazione della Costituzione. Da un lato Enrico Berlinguer, che lottò per il ritorno della democrazia e nel corso di tutta la sua attività politica e fino alla morte non ha mai risparmiato energie per contribuire alla difesa della Costituzione. Dall’altra Giorgio Almirante, che è stato dapprima coinvolto negli ultimi tragici anni del regime fascista e ha poi svolto un ruolo di primo piano nella Repubblica sociale italiana e che, dopo l’avvento della Repubblica, ha sempre ribadito la linea del Movimento sociale italiano di cui è stato segretario ‘Non rinnegare, non restaurare’, rifiutando di assumere qualsivoglia posizione critica nei confronti del regime fascista. La comunità grossetana ha dunque reagito con sdegno alla decisione della Giunta comunale. Visto che esiste ancora un margine perché il cambio di toponomastica deve avere l’autorizzazione del Prefetto, chiedo al ministro Piantedosi di intervenire – conclude Parrini – per evitare una decisione che nel grossetano riaprirebbe ferite che affondano la memoria nei tragici fatti del 1944 e che costituirebbe un’onta per la città”.


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