“Il ddl Calderoli sull’autonomia e’
un’operazione elettoralistica fatta sulla pelle di tutti
cittadini italiani, perche’ non e’ vero che correrebbero rischi
soltanto le popolazioni del Mezzogiorno: e’ un provvedimento
sbagliato, divisivo e pericoloso che comportera’ grossi danni
per tutti i cittadini e tutte le regioni del nostro Paese e in
generale per il sistema istituzionale italiano. Un provvedimento
che crea cittadini di serie A e cittadini di serie B, regioni di
serie A e regioni di serie B ed e’ per questo che abbiamo
chiesto al Parlamento di fermarne l’iter gia’ in sede di
valutazione sulle pregiudiziali di costituzionalita’”. Lo ha
detto il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della
Commissione Affari costituzionali, parlando nell’Aula del
Senato. “Si sta procedendo a fare un danno molto grande
all’interno del nostro sistema con legge ordinaria, quando la
cornice per un intervento di questo tipo avrebbe dovuto essere
una legge di rango costituzionale – ha proseguito Parrini. Si
procede esautorando il Parlamento e senza cercare l’unanimita’
nella Conferenza delle Regioni. Ma soprattutto con una legge
ordinaria si da’ un colpo mortale al tessuto economico e sociale
del nostro Paese: come si fa a pensare di regionalizzare la rete
di trasporto, quella energetica o la scuola?”. “Qui il tema
rilevante – ha proseguito Antonio Nicita, vicepresidente del
gruppo del Pd nel suo intervento in Aula – e’ quello di una
pregiudiziale sulla Costituzione che e’ il fondamento del nostro
Stato, cio’ che definisce la nostra Nazione. Come hanno
sottolineato coloro che si sono dimessi dal comitato, il nucleo
dei Livelli essenziali di prestazione e’ una soglia di spesa
costituzionalmente inderogabile per assicurare i diritti alle
cittadine e ai cittadini, l’erogazione dei servizi, lo
svolgimento di un rapporto leale e trasparente tra Stato e
autonomie, il superamento dei divari territoriali. Noi gia’
sappiamo che quei i Lep sono una fictio, sono basati sulla spesa
storica e non esauriscono l’ambito dei Lep immaginati. Si opera
quindi la cristallizzazione delle disuguaglianze e si riducono
le distribuzioni alle Regioni, perche’ la compensazione
successiva crea ed alimenta divari. Per questo a tutti i
soggetti politici i cui nomi richiamano la parola Italia dico:
dopo aver condiviso questo ddl ritarate i vostri nomi, evitate
di ricorrere alla parola Nazione, la terra dei nati che hanno
tutti gli stessi diritti e alla parola patria, la terra dei
padri costituzionali che hanno voluto il nostro paese unito,
libero e solidale. Perche’ l’Italia – ha concluso Nicita –
sara’ solo un’aggregazione di diversita’”.


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