O Giuseppe Conte o il voto? Non è d`accordo Andrea Marcucci, capogruppo del Pd al Senato, con chi nel suo partito la mette così: “In una democrazia parlamentare se non c`è un governo si cerca di farne un altro”, dice Marcucci al Foglio, “Se non c`è nessun governo, si va a elezioni, ma la decisione farà sempre capo al Quirinale, che noi rispettiamo nella sua assoluta autonomia. Ma chi semplifica dà un messaggio approssimativo”. Citofonare Dario Franceschini, insomma. Marcucci è cautamente ottimista sulla fine della semicrisi di governo: “Credo che il quadro generale sia chiaro. Abbiamo delle scadenze talmente rilevanti – dall`approvazione in Consiglio dei ministri della bozza del Recovery plan alla discussione in Parlamento, fino all`invio a febbraio in Europa delle nostre volontà – che reputo realistica la risoluzione di queste vicende”.
“Conte ha avuto modo di conoscere in maniera approfondita le istanze e le valutazioni di tutti, maggioranza e governo”, dice Marcucci al Foglio. “Può quindi tirare fuori una sintesi per permettere di rilanciare l`azione di governo. L`obiettivo della politica è fare il bene della propria comunità, l`obiettivo di un governo è fare cose giuste in un momento difficile”. Quindi Matteo Renzi dice anche cose giuste? “Il Pd ha dato un taglio molto serio e puntuale agli incontri con il presidente Conte. Abbiamo evidenziato le nostre priorità e tra queste ce ne sono alcune che ha evidenziato anche Renzi. Come gli investimenti necessari sulla sanità. Abbiamo parlato di politiche attive del lavoro e dell`esigenza di rilanciare il nostro sistema economico. Dobbiamo affrontare un processo di modernizzazione con investimenti verdi e digitali che dovranno guidare i prossimi anni”. Insomma, “nessuno dice sciocchezze o banalità: c`è stata mancanza di confronto e collegialità, immagino a causa del momento e della situazione complicata che stiamo vivendo. Dobbiamo recuperare collegialità tra forze politiche diverse messe insieme in maniera intelligente e, diciamo, logica. Nessuno dice banalità e a nessuno imputo strumentalizzazione. Certamente bisogna che ci sia determinazione per fare gli interessi del paese. È possibile risolvere questa situazione in tempi rapidi. La classe dirigente del paese, e all`interno di questa la classe dirigente politica, ha il dovere di farsi carico delle proprie responsabilità. Il buon senso e la ragionevolezza devono essere la guida di ognuno di noi”. Quindi è ancora convinto che il Mes serva? “Quello che serve sono investimenti importanti da mettere in campo in tempi brevi nella sanità. Negli ospedali, nella digitalizzazione, negli organici. Il Mes è una grande opportunità, chi non lo vuole mi deve dire cosa troviamo sul mercato, Io non sono dogmatico, posso rinunciare anche al Mes ma voglio un piano ambizioso per la sanità italiana e per il quale servono subito investimenti”. Senta Marcucci, ma la comunicazione di Palazzo Chigi è un problema? Rocco Casalino è un problema anche per il Pd? “Ho trovato alcune dichiarazioni del presidente Conte un po` avventate. Credo sia dovuto al momento, all`esigenza di dare informazioni alla cittadinanza e al desiderio di tranquillizzare e dare il senso della stabilità. Forse un no` di prudenza non sarebbe guastata. Quando i problemi ci sono, non si superano con un`intervista ma con la collegialità e con il confronto. Partiamo intanto da questo e poi i problemi di comunicazione saranno relativi. Prima di annunciare la risoluzione dei problemi, bisognerebbe risolverli”. C`è poi un`altra questione da affrontare con Marcucci: le prossime amministrative. Che fare a Roma, per dire? “I partiti territoriali hanno la loro autonomia, ognuno deve fare le proprie scelte. Io auspico le primarie. Un`alleanza con i Cinque stelle andrebbe bene solo nel caso in cui il collante programmatico sia reale. Non si può fare un`alleanza a prescindere: il sì a tutti i costi è sbagliato, così come il no a tutti i costi”. E Carlo Calenda? “È una grande risorsa. Il giorno in cui dovesse decidere di far parte di una squadra sarebbe una ipotesi da prendere in considerazione. A patto che qualche passo da parte sua sia fatto”. Nel senso che non deve più attaccare il Pd? “Diciamo che un`alleanza va preparata con un confronto serio, costruttivo, aperto. Twitter non basta. Altri la pensano diversamente. Trump ha fatto di Twitter un modo per governare la più grande democrazia del mondo”.


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