“La questione della parità rischia di restare ancora una volta imbrigliata più nella forma che nella sostanza. Non possiamo perdere ancora una volta la sfida con le priorità per rimettere in piedi il Paese: la parità di genere, la piena occupazione femminile, il contrasto alla denatalità, la libertà delle donne, l’affermazione piena dei loro diritti, la difesa di conquiste vecchie e nuove, la lotta alla violenza. Bene dunque una maggiore presenza delle donne nel governo ma che sia per attuare quella svolta sociale e culturale che serve dopo la stagione salviniana”, lo scrive in un blog su HuffingtonPost la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della commissione parlamentare di inchiesta per il Femminicidio.
“Una discontinuità programmatica con le politiche e le scelte del governo giallo verde va agita dunque ora in maniera coraggiosa e radicale, ora che una nuova maggioranza sembra mostrare sensibilità comune sui diritti e le libertà delle donne. Ora che si ha finalmente la possibilità di relegare all’opposizione tutte quelle forze di destra che su questo terreno hanno mostrato una visione medioevale.
Non dimentichiamo eppure vogliamo dimenticare la piazza di Verona. E vogliamo archiviare la stagione oscurantista di Salvini sui diritti: mai più il tema della violenza sulle donne va affrontato con la castrazione chimica, mai più dobbiamo sentir parlare di riapertura delle case chiuse o di revisione della 194. Basta: sono dibattiti del secolo scorso, andiamo avanti, stop Medioevo. Va archiviato in via definitiva e immediatamente il Ddl Pillon, uno dei procedimenti più pericolosi mai fatti a danno delle donne con il rischio di trasformarle da vittime in carnefici. Non ci sentiremo sicure finché il Pillon non sarà cancellato dal dibattito politico”, continua Valente.
“Infine, ma cosa più importante di tutte, è il contrasto alla denatalità che si combatte con politiche che incentivano il lavoro femminile e la conciliazione, con regimi fiscali agevolati, con la parità salariale, riconoscendo veramente il valore sociale della maternità, non tenendo le donne a casa o dandogli un pezzo di terreno da coltivare”, conclude la presidente dem.


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