‘E’ assolutamente legittimo non essere d’accordo sulla scelta di un Senato non più eletto dai cittadini. Con altri senatori abbiamo presentato in Commissione emendamenti per un elezione di secondo grado sul modello del Senato francese, in cui votano i consiglieri comunali, i sindaci e i deputati. Quello che non è accettabile, però, e’ la demonizzazione della riforma del Senato con elezione indiretta che abbiamo letto e ascoltato nel dibattito in aula in questi giorni, con richiami al disegno piduista di Licio Gelli, fino a evocare addirittura un attacco alla libertà e alla democrazia’. Lo dicono i senatori del PD Federico Fornaro e Carlo Pegorer. ‘Il superamento del ‘bicameralismo perfetto’ e la riduzione del numero dei parlamentari – proseguono i due senatori democratici – infatti, sono stati da sempre due assi portanti della riforma costituzionale della sinistra riformista, ritrovabili già nel programma del primo Ulivo di Prodi. Al fine di riportare la discussione a un livello più adeguato a una riforma della Costituzione e al tempo stesso storicamente corretto, crediamo sia utile rileggere per la sua straordinaria attualità la tesi n. 4 del programma dell’Ulivo del 1996, dedicata a ‘Una Camera delle Regioni’: <>. Ci sono,invece, auspicabili ancora spazi di miglioramento nell’imminente lavoro d’aula su questioni fondamentali come l’elezione del Presidente della Repubblica e gli istituti di democrazia referendaria’.
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