“Il dossier dell’Unione Europea su sprechi e infiltrazioni malavitose a L’Aquila nel dopo terremoto è un macigno pesante, che rischia di compromettere il nostro futuro”.
Lo afferma la senatrice Stefania Pezzopane, in relazione alle notizie comparse oggi su La Repubblica.
“Il governo riferisca immediatamente in Parlamento e si faccia subito chiarezza. Sto già predisponendo un’interrogazione sull’intera vicenda. Gli italiani e i terremotati devono sapere fino a che punto si è arrivati nella strumentalizzazione di questa tragedia.
Il paradosso sta proprio nel contrasto tra gli sprechi della fase emergenziale e i rubinetti a secco in questa fase, quando la vera ricostruzione deve decollare.
A distanza di quattro anni e mezzo dal terremoto che ha sconvolto L’Aquila e i comuni del cratere – prosegue la senatrice – siamo ancora costretti a combattere una battaglia istituzionale e mediatica, per far comprendere che se non arriveranno finanziamenti adeguati, L’Aquila e i centri storici moriranno.
Il Comune dell’Aquila ha pronti progetti per 900 milioni di euro, che non partono, perché i fondi non arrivano o arrivano con il contagocce. Dalle stime effettuate dagli Uffici speciali per la ricostruzione dell’Aquila e del cratere, si evince che solo per il 2014 occorrono complessivamente circa 3 miliardi per la ricostruzione pubblica, privata e per l’autonoma sistemazione.
La legge di stabilità, tuttavia, stanzia solo 600 milioni in più rispetto al miliardo e duecento milioni, che saranno spalmati in tre anni. Una goccia nell’oceano. La battaglia parlamentare sarà impegnativa, ma vale la pena di essere combattuta.
In questa fase di inerzia, i centristorici muoiono ogni giorno che passa e noi rischiamo di perdere anche il futuro, perché la maggior parte dei giovani, che sono stati i primi a voler tornare in città, oggi sono sempre più scoraggiati.
Mentre la città sta continuando a combattere per il suo futuro, il dossier dell’Europa getta una luce sinistra sull’intera vicenda. Quelle che emergono dalle carte sono accuse pesanti. Gli sprechi e le infiltrazioni malavitose già da tempo sono state denunciate in altri ambiti e da altri fonti, ma fino ad oggi non hanno sortito effetti sul cambio di metodo e d’impostazione.
A questo punto occorre fare estrema chiarezza. Il governo italiano dovrà riferire in Parlamento sull’intera vicenda e in particolare sulle scelte effettuate durante i primi mesi dell’emergenza, sui progetti CASE e MAP, sulla vicenda degli isolatori antisismici, che proprio antisismici non sono e sulla legalità degli appalti.
Una cosa deve essere chiara a tutti.Questa vicenda non dovrà ricadere per l’ennesima volta sulle teste degli aquilani. Abbiamo già dovuto sopportare troppo. Un terremoto che ci ha devastato, la cattiva informazione di quei giorni, la baraonda mediatica che ha fatto credere a tutti gli italiani che qui la ricostruzione è cosa fatta, i finanziamenti promessi e mai arrivati.
Lo sperpero di denaro e le infiltrazioni di organizzazioni malavitose, se provati, sono fatti gravissimi ed è giusto fare luce. Ma non sono errori commessi dagli aquilani o dalle amministrazioni locali. Sono crimini che noi tutti abbiamo dovuti subire e di cui paghiamo le conseguenze ogni giorno.
Se sprechi ci sono stati, ne paghino le conseguenze i colpevoli, ma a nessuno venga in mente di strumentalizzare questi fatti, per sostenere la tesi che i rubinetti sull’Aquila e sul cratere devono essere chiusi, perché si commettono solo sprechi”.

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