«C’è molta confusione dietro l’aumento delle spese militari per portarle al 2 per cento: ero ministro della Difesa quando fu sottoscritte, da tutti i Paesi dell’Alleanza-. spiega Roberta Pinotti, senatrice Pd e presidente
della commissione Difesa. Che aggiunge: “Sul conflitto abbiamo delle priorità”.
Quali?
“La peima è il cessate il fuoco attraverso le trattative che sono complicate con il conflitto in atto. A medio termine, poi, ricostruire un equilibrio di sicurezza tra l’Ucraina, la Russia e l’Europa. Io credo vada favorito e accelerato l’ingresso dell’Ucraina nella Ue,che è un’alleanza politica, non solo militare come la Nato».
Ve ne saranno,a suo avviso?
“l1 presidente Zelensky ha fatto capire che ve ne potrebbero essere, a cominciare dalla Crimea e dall’autonomia del Donbass, oltre ad avere accantonato la volontà di entrare nella Nato. Eppure non c’è stato il cessate il fuoco con la Russia che mira ad unificare sotto il proprio dominio tutto il fronte orientale tra le due zone e per ora non si è mossa di un millimetro dalle sue posizioni. Rimane poi un tema a lunga scadenza: come si ricostruisce un quadro di sicurezza mondaiale e di quel quadrintc. Dovremmo riorganizzare una conterenza, una Helsinki 2, per evitare altri
conflitti in futuro”.
L’ex leader Cgil Cofferati è stata molto duro con certa sinistra per l’equidistanza tra i due Paesi.
«C’è un paese che viveva nella sua legittima sovranità e, con gli accordi di Budapest, aveva ceduto il suo arsenale atomico proprio con l’impegno di questa autonomia. Non si può essere equidistanti tra un aggressore e chi
viene aggredito. Cofferati ha assolutamente ragione: dove c’è sopraffazione, si deve essere da una sola parte. Gli ucraini senza il loro straordinario patriottismo e senza gli aiuti della Ue e degli Usa sarebbero stati costretti alla resa. E noi italiani dovremmo ricordarci la nostra storia che nasce dalla Resistenza che ha potuto contare sugli aiuti militari degli Alleati. Abbiamo il dovere di restituire a chi ora è in difficoltà”.
Dovremmo mandare più armi?
«Sono stati inviati gli strumenti stabiliti. Ci sono Paesi come Usa e Inghilterra che hanno dato di più, ma sinora l’Italia non si è sottratta. E per la prima volta la Ue ha usato un fondo per destinare armi all’Ucriina, prendendo
molto sul serio l’impegno di difendere un Paese aggredito”.
Nel frattempo ci sono fibrillazioni nella maggioranza: le minaccie di Conte se si aumentano le spese militari.
“Vedo alzarsi la pressione politica, ma durante una crisi internazionale così drammatica dovremmo pensare meno a questioni interne. Nessuno ha mai pensato che le spese militari siano la sola priorità, e penso a sanità, scuola e lotta alla povertà, e gli stanziamento devono essere compatibili con le disponibilità complessive di bilancio però
non dobbiamo neppure dimenticare che c’è un impegno sulla sicurezza assunto con gli altri alleati della Nato. Spese da aumentare progressivamente, come si è fatto in questi anni, anche con Conte premier. Si è fatta un po’ di
confusione perché l’ordine del giorno sulle spese militari è stato presentalo al decreto Ucraina, come se fosse collegato al conflitto in atto. Forse sarebbe stato meglio alla legge di Bilancio, eventualmente”.
Si troverà un accordo con gli alleati del M5S?
«L’ex premier Conte,pur usando toni molto forti, afferma lui stesso che una progressione sulle spese per la sicurezza è necessaria, ma non massiccia. Non sarà complicato trovare un’intesa”.


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