‘In questo momento abbiamo tre tre priorità: Rai, enti locali e Pubblica amministrazione’. In una fase in cui il cronoprogramma delle riforme sembra subire qualche rallentamento, a mettere un po` di ordine ci
prova il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Luciano Pizzetti, il ‘numero due’ di Maria Elena Boschi.
Sottosegretario, vuol dire che sulla riforma del Senato siete in affanno?
Guardi, stiamo aspettando la decisione del presidente Grasso su quali articoli possono essere emendati qui a Palazzo Madama. La mia idea è che non si debba tornare su articoli cruciali come il 2 che già hanno ricevuto il doppio parere conforme. Ci regoleremo di conseguenza. Quanto ai tempi, il termine ultimo per presentare proposte di modifica in commissione Affari costituzionali è il 31 luglio, va da sé che nel
vivo si entrerà alla ripresa.
Il tema dell`art. 2 è quello dell`eleggibilità dei senatori…
Il tema dell`esplicita indicazione dei senatori da parte dei cittadini si potrebbe risolvere attraverso
la legge che servirà comunque per selezionare i membri del Nuovo Senato. Ma c`è chi dice che il principio per zetti I cui siano scelti dagli elettori va scritto nella Carta. Bene, si può fare, diversi articoli si prestano all`operazione. La nostra condizione è una sola: non sia toccata la natura del Senato come Camera dei territori, chi ha l`obiettivo di toccarla vuole solo far arenare tutto.
Il referendum confermativo si terrà a giugno come promesso da Renzi?
Io non sono innamorato dei tempi ma del merito. Se si fa a ottobre 2016 anziché a giugno, non mi pare un dramma.
Nelle tre priorità estive lei non indica le unioni civili.
Votarle in Aula a Palazzo Madama prima della pausa estiva sarebbe un miracolo. Si può e si deve lavorare bene in commissione Giustizia
per rimuovere i tanti nodi che ancora ci sono. Poi si può chiedere la calendarizzazione con l`obiettivo di chiudere a settembre.
Lei parla di nodi: non c`è il rischio di produrre un testo ambiguo e poco chiaro?
Il nostro obiettivo non è quello di fare uno strappo in avanti, ma di adeguarci alle legislazioni europee con norme nette, che non diano spazio a interpretazioni giudiziarie creative. Questo Paese ha bisogno di diritti, non di creatività.

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